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«Fino a qualche anno fa - sospira Anna Galiero - qui c'era un mare di negozi. Invece adesso questa piazzetta è quasi deserta. Serve agire in fretta per il rilancio». Siamo nei pressi di Torre Giulia, al Centro direzionale. Anna, dipendente della Camera di Commercio, allarga le braccia e indica lo skyline. Lei è proprietaria di 4 case nella city partenopea: «Per ogni torre abitativa ci sono 122 appartamenti, da tre o quattro abitanti ciascuno in media - prosegue - I palazzi sono sette». La parola, oggi, passa proprio ai residenti, in totale circa 5mila. Tanti di loro, assegnatari degli alloggi all'inizio degli anni '90, ne sono diventati proprietari successivamente. È il popolo del Centro direzionale che racconta di ciò che manca per rilanciare una zona piena di potenzialità e occasioni sfiorite col passare degli anni.
Trasporti e manutenzione quasi non pervenuti. Erbacce, crolli, negozi chiusi o in cerca d'affitto, svalutazione delle case: sono questi gli scontenti principali dei residenti. Eppure, nonostante il degrado, sopravvivono la bellezza di palazzi e torri e questa libertà di spazi larghi assente nella Partenope congestionata. «Vivo a Torre Giulia da 30 anni - sorride Tina Migliore - Mi piace stare qua, ma nel corso degli anni si è deteriorato tutto. Se avessi venduto la casa nel 2003, avrei ricevuto 250mila euro. Ora gli appartamenti di 70 metri quadrati si vendono a 150mila. Costruire una nuova cittadella della Regione sarebbe uno spreco di soldi e affosserebbe del tutto la city.
Ciro Visone vive nella city «da subito - precisa - da quando furono costruiti i palazzi. Le case in origine erano dell'ex Inpdap, oggi Inps. L'abitazione mi fu assegnata a giugno '92, e abbiamo visto il declino della zona. La diatriba nata per la gestione del Centro direzionale non ha portato bene alla city». «Le istituzioni devono prendere coscienza che quest'area fa parte della città - aggiunge Eduardo Nasta - Il Comune deve gestire con maggiore presenza questa realtà. Nonostante il degrado, ogni famiglia paga tra i 200 e i 300 euro all'anno alla Gesecedi. Il Comune, nel 2015, prese in carico diversi servizi della city, ma non fa abbastanza». «Per il rilancio di quest'area - ipotizza Roberto Rovere, amministratore di torre Giulia - una delle idee potrebbe essere il trasferimento di uffici comunali». La signora Silvana Bruno muove a fatica la sua stampella sulla pavimentazione distrutta. Però sorride, perché la speranza non ha abbandonato del tutto la city: «Mi auguro che si torni a 20 anni fa - dice - Ho passato qui tutta la vita e mi auguro, specialmente per i giovani, che il futuro sia più roseo».
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Il Mattino