«Non esiste che un'organizzazione sindacale lanci quel tipo di messaggio. Non si possono invitare i lavoratori a timbrare il cartellino e a non prestare servizio»....
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LA SOCIETÀ
Lo sciopero messo in atto da 1300 dipendenti della partecipata, tranne quei pochi che hanno deciso di non seguire le direttive delle rappresentanze sindacali, ha messo in ginocchio per 48 ore tutti i servizi essenziali dei quali si occupa la Napoli Servizi, con le sue 17 linee di produzione. L'amministratore unico della Napoli Servizi utilizza il pugno duro: «Il mancato servizio è una cosa gravissima, dato che noi facciamo pubblica utilità. Quello che è accaduto mercoledì e giovedì scorso non deve ripetersi mai più. Vanno bene gli scioperi, le proteste, le agitazioni, se organizzate secondo dinamiche sindacali e istituti consentiti dalla legge, ma non certo ciò che è avvenuto». L'ufficio del personale della Napoli Servizi si è trasformato per qualche ora in un ufficio postale. Oggi partiranno le oltre mille raccomandate con le lettere di contestazione disciplinare per tutti coloro che hanno incrociato le braccia nelle scorse ore. «Domani incontrerò i sindacati per comunicare che andremo avanti su questa strada».
GLI AUDIO
«Ieri si sono fermate 1300 persone - si sente in uno degli audio - Noi sono tre giorni che stiamo qua sopra (nella sede aziendale, ndr), si sono fermati persino gli impiegati. Hanno i computer spenti, si sono fermati i collaboratori, si è fermata tutta la Napoli Servizi e vi dovete fermate pure voi. Avete capito?». La sindacalista della Cgil infine indica la strategia: «Dobbiamo arrivare a 1700 disservizi, dopo che fanno fatemi capire? Di cosa avete paura?». La protesta choc è stata spinta dalla volontà dei lavoratori di arrivare all'approvazione del bilancio aziendale 2017 in tempi stretti, con l'obiettivo di ottenere i premi di produttività a pioggia, i ticket arretrati e gli avanzamenti di livello. Incassando per il momento, da parte dell'amministrazione, la firma sui disciplinari del nuovo contratto di servizio.
IL COMUNE
Dopo la pubblicazione del contenuto degli audio c'è grosso imbarazzo a Palazzo San Giacomo. Il tentativo è di far passare in cavalleria l'accaduto, senza condannare l'azione delle rappresentanze sindacali. L'unica voce che arriva dalla giunta è quella dell'assessore al Lavoro Monica Buonanno (in questi giorni fuori città), che - contattata dal Mattino - risponde attraverso un messaggio: «Ho letto, sono certa che in Napoli Servizi il management starà valutando l'azione (non l'audio) e poi eventualmente deciderà» scaricando di fatto su Palma la responsabilità di assumere o meno una decisione su quanto accaduto. La sindacalista Cgil è molto vicina al capogruppo demA Rosario Andreozzi, dipendente di Napoli Servizi e anche lui sindacalista Cgil (fino a quando non è stato eletto consigliere): «L'audio di cui si parla non ha nulla né di segreto né di sensazionale - dice Andreozzi - Si tratta di un'indicazione sulle modalità di sciopero bianco da parte di una delle rappresentanti sindacali di Napoli Servizi, di conferma alle decisioni prese con tutte le organizzazioni sindacali presenti in azienda, come dimostra un vocale del giorno prima. Le organizzazioni sindacali di Napoli Servizi, come può confermare la stessa amministrazione comunale, hanno sempre mostrato grande responsabilità e attenzione al ruolo che l'azienda esercita in città». Esprimono invece «sostegno all'amministrazione, alla Napoli servizi e ai suoi lavoratori» i consiglieri comunali dei Verdi Marco Gaudini e Stefano Buono, che «hanno sempre operato per garantire il corretto svolgimento di attività a favore di tutta la cittadinanza: al di là delle responsabilità sindacali emerse nel corso delle ultime ore, estremamente lontane dalle modalità auspicabili, ma che comunque non spetta a noi valutare». Molto duro il consigliere regionale del Sole che Ride Francesco Borrelli: «Questa non è protesta ma truffa. I dirigenti del sindacato valutino l'opportunità di sanzionare duramente un simile comportamento».
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Il Mattino