Chirurgia estetica post-operatoria, a Napoli esperti da tutta Italia

Chirurgia estetica post-operatoria, a Napoli esperti da tutta Italia
Circa 16mila interventi l’anno solo in Campania e tra questi, 3.500 per mastoplastica additiva, 2.800 per liposuzioni e rinoplastica, 2.300 per il lifting e, a seguire,...

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Circa 16mila interventi l’anno solo in Campania e tra questi, 3.500 per mastoplastica additiva, 2.800 per liposuzioni e rinoplastica, 2.300 per il lifting e, a seguire, 1.400 per l’addominoplastica e oltre 1.100 per la mastoplastica riduttiva. Sono i numeri di chi fa ricorso alla chirurgia estetica emersi nel corso del congresso nazionale, all’Hotel Royal Continental, su «Rimodellamento corporeo: principi di strategia clinica e tecnica chirurgica», a cura dell’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica dell’Obesità, che ha visto arrivare a Napoli specialisti da tutta Italia. «La sicurezza delle tecniche chirurgiche in chirurgia bariatrica e gli ottimi risultati prodotti dalla chirurgia plastica del rimodellamento dei contorni corporei - spiega Francesco D’Andrea, presidente del congresso - hanno portato, negli ultimi anni, ad un progressivo aumento di richiesta di trattamento da parte di un numero sempre più elevato di pazienti.


La quarta edizione del congresso ha focalizzato l’attenzione sulla chirurgia del rimodellamento mammario e torso-addominale. Obiettivo del congresso è stato inoltre fare il punto sugli aggiornamenti normativi in materia, evidenziando la necessità di coordinamento nazionale di politiche costituzionalmente affidate a decisori regionali. «La due giorni è stata occasione di condivisione di raccomandazioni clinico-comportamentali che possano progressivamente essere interpretate a livello nazionale - ha aggiunto D’Andrea - affinché vengano superate disparità di trattamento del paziente causate da limitazioni di carattere legislativo».


Dal punto di vista clinico si è dedicato ampio spazio sia alle tecniche chirurgiche, sia alla prevenzione e alla gestione delle complicanze. A tal fine oggetto di trattazione sono state le tecnologie sanitarie innovative che, «affiancate ad accorgimenti di tecnica chirurgica nati dalla competenza di chirurghi esperti, possono essere di grande utilità per un miglior percorso di cura del paziente e conseguentemente per un approccio clinico appropriato ed economicamente sostenibile», ha concluso D’Andrea. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino