Circolo Canottieri, Ventura resta in sella ma lo scontro continua

Circolo Canottieri, Ventura resta in sella ma lo scontro continua
Achille Ventura riconfermato presidente della Canottieri per acclamazione dall'assemblea, cui hanno partecipato circa 200 soci su 900, convocata ieri pomeriggio per eleggere...

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Achille Ventura riconfermato presidente della Canottieri per acclamazione dall'assemblea, cui hanno partecipato circa 200 soci su 900, convocata ieri pomeriggio per eleggere il numero uno del sodalizio e i due suoi vice. Un passaggio obbligato dopo le dimissioni presentate lo scorso 31 gennaio dall'intero consiglio direttivo. Ma è rimasto deluso chi si aspettava una candidatura alternativa, chi addirittura il commissariamento del circolo e chi, ancora, prevedeva una lunga e animata riunione. «È stata un'assemblea polverosa che lascia irrisolti gli innumerevoli problemi», la sintesi più arguta dei lavori fatta da uno dei soci.

 
Continua il braccio di ferro tra il consiglio e il collegio dei probiviri: entrambi i gruppi hanno rivendicato il proprio ruolo nel corso degli interventi in assemblea. Una vicenda che parte da lontano. Informata da un socio anonimo dello stesso circolo, il 6 novembre 2018, l'agenzia del demanio, proprietaria del suolo dove si trova la sede del circolo, ha chiesto che conto dei fitti non pagati dalla Canottieri negli ultimi ventidue anni, in quanto mai richiesti, e ha annunciato di aver scritto nei beni patrimoniali dello Stato la palazzina. A seguito di questa lettera, il presidente Ventura ha avviato una trattativa verbale per arrivare a un accordo sul pregresso e concordare un canone di fitto. Di questi colloqui, il presidente ha informato l'assemblea dei soci fondatori, spiegando di aver anche trovato una soluzione. Ma i probiviri sono intervenuti sostenendo che tale decisione può essere presa unicamente dalla assemblea, e non solo dal presidente. Ieri, nel corso del dibattito, Giancarlo Bracale, past-president nonché consigliere dei probiviri, ha ribadito: «Non c'è stata la volontà di nessuna invasione di campo da parte del collegio, ma spetta all'assemblea deliberare sulla questione secondo quanto previsto dallo statuto. E invece, la risposta del presidente è stata la seguente: Sono io l'amministratore del circolo, a me compete la decisione. Cosa errata perché lo statuto è chiaro sui poteri del presidente».

Il numero uno del Molosiglio, dunque, ha affermato di non volersi ricandidare: «Non voglio essere l'utile idiota che resta con il cerino in mano». E, nel corso della sua relazione, in apertura dei lavori, Ventura ha informato l'assemblea che, nei suoi sei anni di mandato, al circolo ha donato 183mila euro di liberalità. Di conseguenza, i conteggi amministrativi della Canottieri risultano in attivo.


Subito dopo, hanno preso la parola diversi consiglieri, tra cui il presidente dei probiviri Renato Nigro, che ai soci ha ricordato: «L'assemblea non può trattare il tema dei diritti patrimoniali, peraltro non all'ordine del giorno, ma può solo decidere delle mozioni presentate dal presidente e dai suoi due vice». Ed è arrivata la proposta di rifiutare le dimissioni per acclamazione, come si è poi provveduto a fare con una premessa formulata dallo stesso Ventura: «Non posso far altro che accettare ciò che i soci mi chiedono all'unanimità. Accetto, però, con riserva». Le sue condizioni: convocare «entro 15-20 giorni una nuova assemblea generale con tre o quattro punti di scottante interesse per la vita del circolo all'ordine del giorno. Questioni che devono essere affrontate e risolte, altrimenti è inutile la scelta di riconfermarmi insieme con i miei due vice. In quest'assemblea abbiamo evitato discussioni nel merito dei problemi perché non previsti all'ordine del giorno e quindi non affrontabili». Ventura conclude: «La mia permanenza al circolo è legata a una serie di delibere che possano mettermi in condizioni di risolvere questioni vitali per il futuro della Canottieri Napoli». Tra queste, c'è la richiesta dell'agenzia del demanio che vuole 50mila euro di affitto all'anno e, per tale cifra, è necessario, secondo il consiglio, un versamento di una tantum di 300 euro per tre anni, da parte di ciascun socio del circolo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino