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In tre per una poltrona, o forse due, o forse uno, o forse chissà. Definire la situazione delle elezioni del circolo Posillipo burrascosa è un eufemismo: quattro elezioni in due anni. Nell'ultima, sfiduciato Filippo Parisio dai suoi due vicepresidenti Di Martire e Rivieccio, si sono presentati Aldo Campagnola e Bruno Caiazzo ma a vincere sono state le schede bianche (47) non permettendo il raggiungimento del quorum con i due candidati divisi da poche incollature. Tutto da rifare. E ora? La terza anima del circolo, le schede bianche, alcune delle quali si riconoscevano nella presidenza Parisio, rischiano di essere determinanti. E così la proposta Parisio di accordarsi su un candidato unico è culminata in una riunione in cui da un candidato ne sono usciti tre: Caiazzo, Campagnola e, appunto, Parisio che ha deciso di ripresentarsi. Caiazzo pensa così al passo indietro e molti dei suoi elettori potrebbero convergere su Parisio.
«Dopo le ultime elezioni conclusesi con un nulla di fatto ho ricevuto tante pressioni - spiega l'attuale presidente del Posillipo - Nella mia elezione vittoriosa contro Semeraro ho ottenuto una larghissima maggioranza ed è un patrimonio che non può disperdersi. Il programma? Completamento della copertura della piscina, ammodernamento della palestra sociale; rivisitazione dello statuto; investimenti maggiori per lo sport; ampliamento dei soci, maggiore attenzione ai giovani sportivi; ristrutturazione spogliatoi sociali e poi digitalizzazione della segreteria una cosa fondamentale».
E proprio verso Parisio potrebbero convogliare i voti di Bruno Caiazzo che tra oggi e domani riunirà la squadra per decidere cosa fare. «Una situazione alquanto imbarazzante.
«Maurizio Marinella ed io con Filippo Smaldone (candidati vice presidenti) e con tutta la nostra squadra di consiglieri andiamo avanti per onorare i 287 voti per la presidenza» il pensiero di Aldo Campagnola. «Sarei stato felicemente disponibile e onorato a candidarmi quale vicepresidente solo con Maurizio Marinella presidente». Polemico con la candidatura Parisio, «sfiduciato e fatto decadere dopo sei mesi a mezzo delle dimissioni dei due vicepresidenti Rivieccio e Di Martire». «Non avremo in nessun modo il problema delle schede bianche che ha impedito al Posillipo una stabilità di governo. Mi chiedo perché non si sia candidato per l'8 maggio, ma solo ora». E ancora «Parisio, pur avendo raccolto molte firme (chiedendole personalmente una ad una), non aveva nemmeno esplicitato ancora sui fogli predisposti per le sottoscrizioni i due vicepresidenti, come previsto dalla nostra regolamentazione interna». Appuntamento al 10 luglio per l'ultima (forse) puntata della telenovela rossoverde.
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