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C’era un treno fermo in stazione da quasi 10 minuti, con dentro decine di passeggeri, lunedì a Pompei. Aspettava il convoglio che veniva dalla direzione opposta per ripartire, come succede quando ci sono le coincidenze. Dieci minuti non sono pochi, la gente si spazientisce e gli stessi operatori che lavorano nella stazione vogliono liberare presto i binari per non accumulare ritardi. Questa pressione potrebbe aver indotto uno degli addetti agli scambi a compiere un’operazione frettolosa, a dare il via libera al treno prima che fosse completamente “ricoverato” (si dice così in termini tecnici) sul binario giusto. E così la vettura, quella proveniente da Scafati e diretta verso Napoli, è deragliata, provocando caos, paura ma, per fortuna, nessun ferito. Sarebbe questa la ricostruzione più vicina alla realtà dell’incidente avvenuto l’altro ieri alla stazione di Pompei, sul quale oltre che l’Eav, con una inchiesta interna, sta indagando pure la magistratura, che ha delegato il locale commissariato di polizia.
Un errore umano, dunque, così come paventato dalla stessa Eav già nel comunicato immediatamente successivo all’episodio. Ma comunque un errore figlio della tensione, degli orari non rispettati e anche di una infrastruttura vetusta, che non aiuta il lavoratore. Quando il treno passa sul deviatoio (cioè sul sistema di scambi) a Pompei si attiva infatti per errore un sensore che dà un particolare segnale, come se ci fosse un’occupazione fittizia dei binari da parte del convoglio. L’operatore di stazione lo sa bene e interviene manualmente: un’operazione di routine, che probabilmente non è influita sullo sbaglio del dipendente Eav ma che certo non lo ha messo in condizione di lavorare con serenità. Saranno, ora gli ulteriori approfondimenti dell’indagine interna all’azienda a definire le responsabilità: passeranno almeno 15 giorni, poi potrebbero arrivare delle sanzioni. I pm Giuliana Moccia ed Emilio Prisco della Procura di Torre Annunziata hanno, invece, aperto un fascicolo contro ignoti.
L’altro ieri sia il macchinista che i due operatori della stazione sono stati interrogati fino a tardi presso il commissariato di polizia di Pompei. Al macchinista è stato requisito il telefonino cellulare, poi l’uomo è stato portato all’ospedale San Leonardo di Castellammare per gli accertamenti tossicologici e del tasso alcolemico, che hanno dato esito negativo. I poliziotti hanno fatto tutto in fretta per fare in modo di restituire velocemente all’Eav (e quindi ai pendolari) sia la stazione di Pompei che il personale coinvolto nell’incidente. Il resto lo farà l’incrocio dei dati della infrastruttura e del treno. L’infrastruttura è controllata da lontano dal Dco (Direzione Centrale Operativa), che sovrintende alla circolazione dei treni il cui personale ieri ha assistito in diretta al deragliamento. Nel treno, invece, è impiantata una sorta di scatola nera, che pure sarà utile a ricostruire i momenti subito precedenti alla fuoriuscita del convoglio dai binari.
Naturalmente quella dell’errore umano è l’ipotesi che più delle altre si sta facendo strada, ma resta in piedi la possibilità di un guasto improvviso proprio al sistema degli scambi. Intanto in Eav è ancora tempo di polemiche, dopo che il presidente Umberto De Gregorio ha spiegato di non avere alcuna intenzione di dimettersi ed è stato difeso dal vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, che ha elogiato il buon lavoro fatto finora, sia per il risanamento che per gli investimenti futuri. «Accampare ancora giustificazioni che risalgono alla notte dei tempi è un’offesa alla verità dei fatti e all’intelligenza dei campani», ha accusato ancora Annarita Patriarca di Forza Italia. Ma il dissenso duro potrebbe manifestarsi venerdì, quando alcune sigle sindacali hanno proclamato uno sciopero: si attendono proteste anche clamorose.
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