I lavoratori di Città della Scienza sciopereranno domani. È l'esito dell'incontro svoltosi ieri tra le organizzazioni sindacali ed il presidente Riccardo...
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Al centro della disputa, la questione del risanamento di Città della Scienza. «Ci saremmo aspettati - scrivono le Rsa di Filcams Cgil - in questi mesi un piano di rilancio, ma così non è stato». Una tesi che Villari contesta con fermezza. «Abbiamo trovato, quando ci siamo insediati un anno fa, 16 milioni di euro di debiti e certo non dipende da noi. Da un anno a questa parte abbiamo lavorato con due obiettivi. Anzitutto, il risanamento di Città della Scienza eliminando gli sprechi e la ricostruzione. Meritiamo fiducia. Stiamo lavorando tutti insieme. La governance e i lavoratori devono andare tutti nella stessa direzione, mentre noi stiamo lavorando per immaginare la nuova Città della Scienza degli anni a venire». Per i lavoratori resta la necessità di discutere degli ammortizzatori sociali, con «criteri improntati all'equità ed al buon senso, contemperando i bisogni dei lavoratori e le esigenze dell'azienda, tenendo conto che un'eventuale discussione su questo punto sarebbe stata possibile solo dopo la certezza delle retribuzioni correnti e arretrate. Ma, a due ore dal termine dell'incontro, ci viene comunicato che non ci sarà corrisposto lo stipendio di agosto e che saremo di nuovo collocati in FIS senza alcun confronto sindacale. Per domani è indetto lo sciopero da inizio a fine turno con presidio e assemblea a Città della Scienza». Per Villari la questione delle retribuzioni deve essere affrontata in tutt'altro modo. «Siamo sempre stati puntuali nei pagamenti e abbiamo corrisposto anche stipendi arretrati. Per adesso pagheremo un acconto in quanto ci sono stati ritardi perché abbiamo dei mandati di pagamento da ricevere e i lavoratori lo sanno. In questo senso parlo di maggiore comprensione».
Al di là della querelle con i sindacati, Villari ribadisce il progetto di rilancio della struttura, dopo aver dovuto fronteggiare la mancanza del turismo scolastico, dal quale proviene una larga parte dei 200mila utenti annui. E nei prossimi mesi sono già in programma alcune importanti mostre. «Siamo pronti a riaprire - spiega l'ex senatore - ed era inutile farlo prima perché l'utenza non c'era. Ci siamo inventati un'offerta diversa. Non siamo stati aperti in modo tradizionale perché non c'era un'utenza tradizionale. Il Museo ha un'utenza scolastica. Città della Scienza viene da tanti anni di crisi. Ma ce la faremo a ripartire e nelle prime settimane di ottobre tireremo un sospiro di sollievo. Intanto, ci siamo riaperti al territorio, che prima vedeva Città della Scienza come una struttura troppo distante». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino