Clochard ucciso a Pomigliano, fermati due 16enni per omicidio volontario aggravato

I minori individuati grazie al monitoraggio sui social

Il luogo dell'omicidio
Svolta sull'orribile morte del clochard Friederick Akwasi Adofo, 40enne ghanese pestato da un gruppo di giovanissimi a Pomigliano d'Arco. ...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Svolta sull'orribile morte del clochard Friederick Akwasi Adofo, 40enne ghanese pestato da un gruppo di giovanissimi a Pomigliano d'Arco.

I carabinieri di Castello di Cisterna hanno eseguito un provvedimento di fermo, emesso dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, nei confronti di due 16enni per il reato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà.

Le indagini, avviate dai militari dalla Stazione Carabinieri di Pomigliano d’Arco, e svolte con l’intervento dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Castello di Cisterna e del Nucleo Investigativo, si sono incentrate sull’acquisizione e analisi delle telecamere presenti nella zona in cui la vittima è stata soccorsa.

Proprio una telecamera, installata in un esercizio commerciale, ha ripreso la violenta aggressione, improvvisa e immotivata, da parte dei minori nei confronti della vittima, che si trovava da sola sulla pubblica via.

I due, dopo aver colpito al volto l’uomo, hanno continuato a sferrare calci e pugni, la maggior parte dei quali indirizzati al capo, quando ormai la vittima era immobile a terra. È si è proceduto a una sistematica raccolta di immagini impresse nei sistemi di videosorveglianza della città.

I video estrapolati hanno permesso di ricostruire il percorso dei due giovani aggressori e ottenere ritratti più nitidi dei volti: il successivo raffronto con i contenuti multimediali pubblicati dai ragazzi sui propri profili social network, ha definitivamente consentito la loro individuazione.

Dalla visione dei profili social dei due ragazzi indagati è emersa la presenza di contenuti che esaltano la violenza, con immagini di coltelli e bastoni retrattili. Nel corso delle perquisizioni locali svolte presso le abitazioni degli indagati, sono stati rinvenuti indumenti utili alle indagini.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione.

I destinatari della misura sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

Nel frattempo però è emerso che i giovani farebbero parte di una baby gang che agisce da tempo sul territorio. Uno dei due ragazzi, secondo quanto si apprende, è di origini rumene

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino