Colli Aminei, dopo le bombe i residenti ricorrono ai vigilantes

Colli Aminei, dopo le bombe i residenti ricorrono ai vigilantes
Dall'indignazione e dalla frustrazione, alla fine, è germogliata l'azione. Così, i cittadini dei Colli Aminei, esasperati e impauriti per un'escalation...

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Dall'indignazione e dalla frustrazione, alla fine, è germogliata l'azione. Così, i cittadini dei Colli Aminei, esasperati e impauriti per un'escalation microcriminale che non accenna a declinare, hanno deciso di organizzarsi. E hanno messo mano alla tasca per garantirsi ciò che, evidentemente, lo Stato non riesce ad assicurare. «Abbiamo deciso di organizzare un servizio di vigilanza privata nelle strade del quartiere: un'esigenza che si avvertiva già da tempo», spiegano dal direttivo del comitato Pineta bene comune, che secondo un malinteso principio di sussidiarietà si è rimboccato le maniche e ha cominciato a raccogliere fondi per finanziare il progetto. «Per ora è una sperimentazione, in un paio di mesi siamo riusciti a vendere circa 300 begonie, coprendo i costi per il primo mese. Ora stanno arrivando anche versamenti volontari: naturalmente, per mettere a regime l'iniziativa serve il contributo di tutti: più siamo, meno paghiamo». 

Da sabato, dunque, due agenti pattugliano dalle 22 alle 6 del mattino le strade della Pineta, vigilando sul sonno dei residenti di questa che fino a qualche anno fa era un'oasi di quiete. Oggi, invece, questo lembo della Napoli residenziale tra Capodimonte e il Vomero è terreno di conquista per giovani delinquenti in cerca d'autore. L'incremento di schiamazzi notturni, furti di auto, scippi di motorini e cellulari, uniti a qualche fenomeno di spaccio, hanno dato la spinta a concretizzare il progetto. «Tutte le notti assistiamo a risse tra personaggi di dubbia provenienza e bande di minorenni che qui trovano chi vende loro birre e alcol in barba ai divieti. Per non parlare di scippi e rapine: non si può andare avanti così», lamenta una residente che sostiene il progetto. E aggiunge soddisfatta: «Stanotte, per la prima volta dopo tanto tempo, abbiamo dormito tranquilli». La moda del momento, però, è la caccia al pneumatico: «Ogni mattina mi guardo intorno per capire a chi è toccato», racconta Paolo Cufino, bancario di 51 anni, che ha sempre vissuto qui. «Non solo: sono frequenti gli episodi criminali soprattutto a danno dei ragazzi. Per questo quando mia figlia, che ha 17 anni, si ritira, sono preoccupato. Se teniamo alla nostra tranquillità, dobbiamo dare tutti il nostro contributo a questa iniziativa». 

Dal comitato promotore, che presto si costituirà in forma associativa, confermano: «I cittadini si sentono abbandonati. Il recente attentato al negozio di caldaie ci ha fatto riflettere ancora di più sulla necessità di darci da fare». Giuliana De Lorenzo, consigliere della III Municipalità, attacca: «Il flash mob di una settimana fa è stato soprattutto una sfilata di politici più o meno locali, questa invece è un'iniziativa che parte dai cittadini. L'esigenza - prosegue - è reale: negli ultimi anni la qualità della vita in zona è peggiorata molto. Cinque anni fa, quando un ragazzo di 28 anni fu ucciso in viale dei Pini per un regolamento di conti, per qualche mese ci sono stati controlli serrati e siamo stati tranquilli. Poi, però, tutto è tornato come prima. Per questo il comando della polizia municipale che dovrebbe trovare posto nel quartiere sarebbe molto utile». Nell'attesa, bisogna fare di necessità virtù. «I cittadini vogliono sapere di poter contare su qualcuno che risponde e interviene. La vigilanza notturna, mettendo a disposizione un numero verde e un numero di cellulare, assicura questa risposta immediata», spiega De Lorenzo. 

Aurelio Baiano, presidente del Centro commerciale Colli Aminei 3.0 e titolare di una gioielleria in via Nicolardi, spiega: «Il problema è la microcriminalità, io stesso ho subito due furti, ma per quanto riguarda l'esplosione al negozio di caldaie, pur avendo condannato la modalità dell'atto, posso dire che in 25 anni di attività non ho mai subito richieste estorsive. In ogni caso, siamo disposti a dare il nostro contributo all'iniziativa». Intanto, mentre Renato Esposito, titolare del bar Mister Coffee, ridimensiona l'allarme, assicurando che «i Colli Aminei non sono certo diventati il Far West», Danilo Vairetti, titolare della pizzeria-trattoria Qboo e dell'omonimo locale per eventi, ricorda: «Ben venga la vigilanza, ma servirebbe anche la videosorveglianza, della quale si parla da tempo e che ancora non è stata attivata». Un'attesa condivisa dal comitato Pineta bene comune. 

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Il Mattino