Comunali 2022, a Napoli il Pd traina il centrosinistra e vince anche senza M5S

Comunali 2022, a Napoli il Pd traina il centrosinistra e vince anche senza M5S
Non sembravano alla portata di mano né Nola e né Sant'Antimo. Addirittura sembrava impossibile un ballottaggio. Solo Portici era certa, anzi certissima. E...

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Non sembravano alla portata di mano né Nola e né Sant'Antimo. Addirittura sembrava impossibile un ballottaggio. Solo Portici era certa, anzi certissima. E invece, a spoglio ancora in corso, è il Pd ad esultare: si appresta a conquistare il vessillo di primo partito della provincia napoletana. Eccolo, in estremi sintesi, il riassunto di questa tornata di amministrative dove i democrat, però, devono iniziare ad interrogarsi sulle alleanze future. A cominciare da quella con i grillini firmata solo a Nola ed Acerra (ma si perde nel secondo municipio) e anche nei risiko tutti interni al centrosinistra. Perché i deluchiani, alleati con il centrodestra, azzoppano proprio il candidato Pd ad Acerra e Somma Vesuviana.

Non a caso, nel primo pomeriggio, è la Federazione napoletana democrat a vergare, tra i vari partiti, il primo comunicato che parla di un «risultato assolutamente positivo». Galvanizzati come sono nel partito di Letta dal risultato di Portici dove Enzo Cuomo, sindaco uscente dem, viaggia con percentuali bulgare dell'oltre l'80 per cento. Quasi dieci punti in più di 5 anni fa e nonostante il suo avversario, il verde Aldo Agnello, abbia potuto contare, negli ultimi giorni, dei tour elettorali dell'ex premier Giuseppe Conte e del presidente della Camera Roberto Fico, due leader indiscussi dell'M5s. Poi il risultato di Nola e Sant'Antimo che non erano affatto scontati. «Nola e Sant'Antimo tornano finalmente alla democrazia», esulta infatti da Roma il vicesegretario nazionale del Pd Peppe Provenzano, quando il risultato sembra ormai acclarato. Carlo Buonauro, candidato sindaco Pd-M5S si attesta, sempre a spoglio ancora in corso, al 53 per cento contro il 44 per cento di Maurizio Barbato. Risultato inaspettato se appena qualche mese il sindaco Minieri era stato sfiduciato, dopo appena 30 mesi, con la regia di Azione, il partito di Calenda guidato in Campania dal consigliere regionale in maggioranza deluchiana Giuseppe Sommese, figlio dell'ex assessore regionale Pasquale (che appoggiava Barbato). Pd, primo partito assoluto, invece a Sant'Antimo, comune sciolto per infiltrazione, dove è predominante il candidato dem Massimo Buonanno. E qui, nel regno dell'azzurro Luigi Cesaro, al partito di Letta non è servito nemmeno l'aiuto dei grillini. 

Quasi volatilizzato, invece il centrodestra che si è fatto poco vedere in questa campagna elettorale con i suoi big. E tra i comuni più importanti deve accontentarsi di Acerra, dove avviato a sicura vittoria è Tito D'Errico, sponsorizzato dall'uscente Lettieri non più ricandidabile. Per lui si avvicina la poltrona da sindaco grazie all'aiuto dei deluchiani (la figlia del sindaco uscente è consigliere regionale con una civica del governatore) ma non di Fdi che appoggiava Vincenzo Crimaldi. Discorso diverso a Somma Vesuviana, alle pendici del vulcano, dove è andata in scena una coalizione monstre che comprendeva deluchiani, grillini, mastelliani e un centrodestra mascherato da civiche. Scontata, quindi, la vittoria dell'uscente Salvatore Di Sarno contro Giuseppe Bianco, candidato per democrat e socialisti.

Discorso a parte, invece, merita il caso di Pozzuoli dove quasi sicuramente andrà in scena, tra due settimane, un duello tra Paolo Ismeno e Luigi Manzoni, entrambi esponenti uscenti della giunta Figliolia ed entrambi democrat. Per questo qui si è deciso di non presentare il simbolo Pd e pure la Lega ed Fi hanno deciso di fare altrettanto. Fuori partita, invece, i grillini nonostante l'appoggio, anche qui, di Conte e Fico. 

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Il Mattino