Comunali a Napoli, tutto il Pd si appella a Manfredi ma M5S rilancia Fico

Comunali a Napoli, tutto il Pd si appella a Manfredi ma M5S rilancia Fico
Alleati a Napoli «a qualsiasi costo anche quello di un duello all'ultimo sangue sulla scelta del candidato sindaco», questo il destino di Pd e M5S. Il titolo di...

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Alleati a Napoli «a qualsiasi costo anche quello di un duello all'ultimo sangue sulla scelta del candidato sindaco», questo il destino di Pd e M5S. Il titolo di giornata è che i dem e i deluchiani sperano e si aggrappano alla speranza che l'ex rettore Gaetano Manfredi ci ripensi e accetti la candidatura a sindaco. Verso la quale non ha dato la sua disponibilità perché a suo avviso non ci sono segnali concreti per una norma salva conti del Comune da parte del Governo. Palazzo San Giacomo - nella sostanza - è amministrativamente in predissesto, ma in default di fatto. I grillini - invece - sostengono che Manfredi non ci ripenserà e anche se lo facesse - il loro ragionamento - «ha parlato come se fosse stato lui il candidato ma le cose non stanno così» e rilanciano Roberto Fico, il presidente della Camera. Che - detto per inciso - più passa il tempo e più crescono le sue quotazioni al di là della non facile soluzione su come uscire senza contraccolpi dalla stanza di terza carica dello Stato. Non mancano pretendenti alla sua successione, mancano anche in Parlamento però gli accordi politici, ma quelli, si sa si trovano. In questo mare di correnti dove ogni giorno c'è chi sale e chi scende è costretto a navigare anche il sottosegretario Enzo Amendola, napoletano e innamorato della sua città e che il candidato sindaco lo farebbe con piacere e magari anche gratis, senza norme speciali. Ma a oggi il suo essere presente nella lista dei papabili è ancora un «sì» per disciplina di partito più che di reale concretezza. Nel senso che è partito il pressing - l'ennesimo - del Pd per far ritornare sui suoi passi Manfredi, se fallisse, allora sì la scena in casa dem potrebbe essere di Amendola. Bisogna avere pazienza che è la virtù dei forti.

Fioccano gli appelli da ogni parte, a volte sono capolavori di equilibrismo come quello del fichiano e deputato Luigi Iovino: «Manfredi uomo coraggioso come Fico e Giuseppe Conte ha ragione nel chiedere una legge per salvare i Comuni che rischiano il dissesto». Altre volte chiari come il sole, è il caso del segretario dem e deluchiano Leo Annunziata che va diritto al punto della sua parte politica: «Manfredi resti in campo, è l'uomo giusto» le sue parole. Insomma, le parti si marcano strette e a uomo col fiato sul collo gli uni degli altri. Bisogna scavare oltre i comunicati, telefonare mentre in Senato parla Luigi Di Maio - il ministro degli Esteri - per capire realmente cosa si muove nell'area grillina con domande precise. Non si sottrae - per esempio - il senatore napoletano Vincenzo Presutto alla domanda se Fico è in campo o no: «La candidatura del presidente della Camera c'è ed è molto forte e funzionale per Napoli. Non di meno bisogna tenere conto di quello che ha detto Manfredi nella sua denuncia, cioè che serve una soluzione per i Comuni in difficoltà. Oggi arriva in Consiglio dei ministri il decreto sostegni bis, vedremo cosa viene fuori, l'Aula ha fatto la sua parte per gli enti locali». Marco Sarracino, il giovane segretario metropolitano del Pd, coglie l'aria frizzantina che c'è tra le parti e su fb sposta il tiro sulla Lega a proposito della legge salva-Comuni: «Il percorso realizzato in questi mesi con i nostri alleati, dal Movimento 5 Stelle alle forze che hanno vinto con noi le elezioni regionali, si fonda su un impegno: lavorare per costruire le condizioni affinché il prossimo sindaco possa affrontare e risolvere i problemi dei napoletani». Per il segretario «Napoli è tornata centrale nel dibattito politico nazionale dopo essere stata isolata politicamente ed istituzionalmente. Ora però tutti dovranno gettar via la maschera: siamo infatti favorevoli e lavoriamo per una forte misura di sostegno nei confronti dei comuni in difficoltà finanziarie. Chi può dire altrettanto?». Con chi ce l'ha Sarracino? È lui stesso a rispondere: «La Lega, sono loro che non vogliono questa legge». 

Tra le tante verità di queste ore post-retromarcia di Manfredi ce n'è una incontrovertibile: il ritiro - o per i più ottimisti e cauti il passo di lato dell'ex ministro Manfredi - ha spiazzato tutti in un senso o nell'altro. Cioè i dem che avevano fatto trapelare all'entourage di Manfredi, una volta intuita la mossa dell'ex rettore, di temporeggiare ancora qualche giorno per sondare altri possibili candidati per non far decollare in solitario quella del suo unico vero antagonista: Fico. E gli stessi grillini che hanno acquisito dalla lettera di Manfredi che l'ex rettore fosse lui il prescelto. Anche per questo lo stesso Fico e altri pentastellati si sono gettati a capofitto nell'inseguirlo sulle dichiarazioni in favore di una legge per Napoli, ma non hanno fatto nessun appello sulla rinuncia alla candidatura. 

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Il Mattino