Comune di Napoli, la scalata dell'assessore Pagano dalle barricate anti-De Luca al palazzo

Di lotta e di governo. Dalle piazze della protesta alla poltrona di assessore al Lavoro dell'11esimo rimpasto, quasi sicuramente l'ultimo, del sindaco de Magistris....

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Di lotta e di governo. Dalle piazze della protesta alla poltrona di assessore al Lavoro dell'11esimo rimpasto, quasi sicuramente l'ultimo, del sindaco de Magistris. È Giovanni Pagano, 36enne, ex Lsu e professionista della protesta in piazza, ora con una delega strategica in mano. «Abituato a vederlo qui sotto, ora assessore...», commenta laconico un vigile urbano di presidio a San Giacomo prima di cambiare discorso.

«È di provenienza più radicale», spiega non a caso il sindaco de Magistris ieri per presentare il nuovo assessore. E l'aggettivo radicale di questo sindacalista Usb vicino ai movimenti con esperienze di attivismo nel laboratorio Zero81 non spiega bene il curriculum di Pagano, immortalato in alcuni video, come uno degli agitatori delle proteste e dei raid contro il governatore Vincenzo De Luca nell'inverno 2018-2019, con un paio di episodi susseguitisi sino al febbraio 2020 Immaginate quindi a Santa Lucia, che il neo assessore ha presidiato più volte dalla strada per giornate intere con gli ex Lsu per il rinnovo dei progetti Apu, come abbiano potuto prendere la notizia. Male, ovviamente.

«Sei una chiavica», e «Torna a Salerno» sono gli slogan più gentili che il nostro rivolgeva al governatore tra il novembre 2018 e il febbraio 2020. Basta scorrere i video di raid e incursioni del gruppo di lavoratori contro l'ex sindaco di Salerno per reclamare il rifinanziamento dei progetti di lavoro. «Questa gente non farà campagna elettorale in questa città: li seguiremo ovunque andranno per sbattergli in faccia le loro responsabilità», incalzava, tanto per cambiare, Pagano a margine di una contestazione durissima contro De Luca. Con quest'ultimo costretto a infilarsi in macchina protetto dai suoi e andarsene. Accade in diverse occasioni. Con lo stesso gruppo di lavoratori, sempre capeggiati dal sindacalista Usb, che inseguono il governatore. Urla e spintoni. E spesso è capitato che il governatore avvertito in anticipo delle proteste abbia preferito disertare gli incontri. Come a febbraio scorso quando De Luca diserta un incontro con l'ex ministro Andrea Orlando perché i lavoratori, Pagano in testa, l'attendono all'ingresso della sede del Pd di Napoli tra due camionette di polizia. «De Luca vattene, De luca tornatene a Salerno», dicono gli striscioni che costringono il governatore a disertare l'incontro con il vicesegretario nazionale del Pd. E così svariati episodi finiti poi nei verbali della Digos. Da un lato la protesta di una pattuglia di una cinquantina di lavoratori, dall'altra la Regione che non ha mai voluto incontrarli ufficialmente. E i toni di piazza, ovviamente, sono accesi. Ma il diretto interessato, dal canto suo, non si rimangia nulla. 

«Non mi nascondo: ho fatto una dura battaglia sindacale anche con toni forti ma non c'entro nulla con il lancio di sacchetti», dice l'assessore riferendosi a una contestazione pesantissima contro De Luca a Pozzuoli quando un gruppo di attivisti dei centri sociali lanciò alcuni sacchetti d'immondizia all'indirizzo del governatore. Era il febbraio 2018 per la cronaca, e da quell'episodio mai condannato da de Magistris, che nasce tutto l'astio tra il governatore e il sindaco. Astio che non si sanerà mai.

«Ho sempre agito per la tutela delle categorie e sempre nello spazio che ci concede la nostra democrazia. Toni accesi ma - precisa Pagano - al centro c'era la lotta per il lavoro. L'unica situazione più dura fu a rione Luttazzi perché chiedemmo una interlocuzione a margine di un'iniziativa e quando entrai a colloquio lui iniziò a imprecare in malo modo. Ma non mi pento: il lavoro è tema nevralgico e la Regione credo non l'abbia mai affrontato come doveva». Ora ovviamente la scena cambia e l'ex contestatore si troverà a tavoli istituzionali con la Regione. «Nessun problema. La prima cosa che farò è chiedere un incontro con Marchiello, il mio omologo regionale, per discutere di tutte le vertenze che ci sono». E se al tavolo c'è De Luca: «Nessun problema, mi siedo con chiunque». 

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Il Mattino