Il rimpasto finisce in famiglia. Non una qualsiasi, ma quella del sindaco de Magistris. A suon di post sui social, le due first lady, Maria Teresa Dolce (Greta Fiore su Facebook),...
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«Esattamente qual è il senso di cambiare assessori a un anno e mezzo dalla fine del mandato?» scrive la Lattaro: «Tra quelli fatti fuori c'è chi doveva andare via molto tempo fa (probabilmente si riferisce a Roberta Gaeta, ex assessore al Welfare, contro la quale si era espressa pubblicamente in passato, ndr). Ma a quanto pare - ecco l'affondo ad Auricchio - si trattava di intoccabili del Capitano di Vascello. Ora purtroppo, in pochi mesi, temo non si riuscirà a porre rimedio ai disastri di anni. Poi ci sono deleghe importantissime tolte a chi, invece, ha lavorato per la città con eleganza, con sobrietà, e messe nelle mani di chi non solo ha meno competenze, ma che, per storia e profilo, inevitabilmente rischia di creare spaccature profonde. E mi domando perché?». A chi si riferirà Paola Lattaro, al passaggio di consegne tra Nino Daniele-Eleonora de Majo? Ci tiene poi a rimarcare come non si tratti di una polemica immotivata e che il suo post sia spinto dal «dolore per certe scelte che mi sembrano - aggiunge - senza senso, se non quello di seguire vecchie logiche di distribuzione delle poltrone per ottenere consenso». Chiude con un'amara riflessione: «L'idea iniziale era bellissima, alta, una speranza. Poi è stato dato spazio a troppe persone la cui ambizione personale veniva prima del bene della città e sono stati allontanati quelli che, facendo emergere criticità e necessari cambi di rotta, avrebbero potuto contribuire a scrivere pagine belle di questa esperienza. Non era questo, sinceramente, quello in cui avevo creduto».
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Il giorno prima invece era stata la moglie del sindaco de Magistris a correre in soccorso del marito, molto criticato anche all'interno di demA per le scelte attuate in questo ultimo rimpasto di giunta. «Ho letto di tutto - sottolinea Dolce - persone che hanno in passato attaccato inspiegabilmente (e spesso boicottato) alcuni degli assessori usciti ed oggi, invece, si dicono indignati per l'uscita stessa, soggetti che dicono che la cultura a Napoli oggi è finita, che giudicano, come sempre accade, sulla base del proprio metro, considerando questo rimpasto una inaccettabile bocciatura per taluni ed una inadeguata promozione per altri. Mi fido delle motivazioni e delle scelte del sindaco, che è sempre la stessa persona. Il tempo ci dirà». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino