Napoli, tsunami rimpasto: a rischio assessori storici

Napoli, tsunami rimpasto: a rischio assessori storici
Tutti sulla graticola, non solo quelli che sembrano essere con un piede fuori dalla giunta ma tutti e 11 gli assessori anche ieri - in un sabato da tregenda sotto il profilo...

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Tutti sulla graticola, non solo quelli che sembrano essere con un piede fuori dalla giunta ma tutti e 11 gli assessori anche ieri - in un sabato da tregenda sotto il profilo meteorologico - a Palazzo San Giacomo le luci al secondo piano erano accese. Con il primo inquilino del Municipio, il sindaco Luigi de Magistris, che ha tenuto colloqui singoli con gli assessori. Un lavoro che probabilmente verrà ultimato stamane ed è il segnale che i cambi in giunta sono imminenti. Perché questa accelerata? Perché per il 22 novembre - giorno in cui si dovrebbe discutere la mozione di sfiducia delle opposizioni in Consiglio - de Magistris vuole presentarsi con la nuova giunta. E per lanciare un messaggio alla sua maggioranza e a quelli che hanno tramato per farlo cadere pur di avere una poltrona, che lui il rimpasto lo fa perché non si sente sotto ricatto politico. La sensazione che quella che si abbatterà sulla giunta potrebbe essere davvero una tempesta è forte. Le telefonate sono partite nel primo pomeriggio. Una convocazione che ha colto di sorpresa gli assessori, consapevoli che quella telefonata può rappresentare la fine della loro carriera in giunta, ma che è anche l'occasione per fare una chiacchierata con de Magistris sui malumori interni. Un tema molto sentito da tutti, in particolare da chi resterà in sella. I principali indiziati a uscire sono Roberta Gaeta (Welfare), Laura Marmorale (Diritti civili), Nino Daniele (Cultura) e Mario Calabrese (Infrastrutture) ma con de Magistris le sorprese sono dietro l'angolo e per questo sono tutti sulla graticola. Lo stesso discorso vale per chi avrebbe già un piede e mezzo nella nuova giunta, vale a dire i consiglieri comunali del gruppo demA Eleonora De Majo e Luigi Felaco, Rosaria Galiero di Sinistra in Comune e Francesca Menna, ex consigliera comunale in quota M5S. Tuttavia de Magistris potrebbe allargare il rimpasto o rinviare il secondo step dei cambi a fine anno.


RIMPASTO BIS
Il sindaco, infatti, entro Natale presenterà la lista per le Regionali. E ha già anticipato che desidererebbe avere in lista almeno un paio di assessori. Di quelli pesanti, di quello che lo seguono da tempo, una sorta di prova di fiducia per il suo progetto politico. E in questo secondo giro di valzer potrebbero entrarci magari quelli che usciranno adesso e anche qualcuno politicamente molto marcato. Come Annamaria Palmieri (Scuola), Carmine Piscopo (Urbanistica), Raffaele Del Giudice (Ambiente), Ciro Borriello (Sport), Alessandra Clemente (Giovani) ma soprattutto il vicesindaco Enrico Panini che è anche segretario nazionale di demA.

LE TENSIONI

Un sabato di lavoro per il sindaco che all'inaugurazione de «La casa di vetro» a Forcella ha incrociato il presidente della Camera Roberto Fico. Il quale sulla mozione di sfiducia ha ripetuto gli stessi concetti espressi un paio di settimane fa sostenendo in qualche modo le ragioni di de Magistris: «Se l'opposizione presenta una mozione di sfiducia fa il suo lavoro, e non sta a me pronunciarmi. Ma in generale penso che, come il Parlamento, anche i Consigli comunali dovrebbero durare cinque anni». E ancora: «Parlamento e Comuni devono durare 5 anni, perché devono avere il tempo di fare le loro politiche, in modo che poi si possa giudicarli. Se andiamo ad elezioni ogni anno e mezzo o due non va bene. I cittadini non vogliono elezioni, ma soluzioni ai problemi». Il sindaco coglie al volo l'assist di Fico: «In questi giorni alcuni stanno parlando di tutto tranne che dell'interesse dei cittadini. La mozione di sfiducia, che può anche essere stimolante, non ha nulla a che vedere con gli interessi dei cittadini. Le parole di una persona attenta come Fico vanno esattamente nella direzione in cui stiamo operando». Il sindaco poi si sfoga: «In questi otto anni e mezzo sono stati diversi i tentativi messi in campo in modo anche subdolo, strumentale e a volte con violenza istituzionale e politica per provare a far cadere questa amministrazione. Penso ad esempio al trabocchetto istituzionale della sospensione, ma noi andiamo avanti perché l'obiettivo è migliorare la città e fare l'interesse dei cittadini». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino