Identità rubata all'avvocatessa: dal conto scompaiono 111mila euro

Identità rubata all'avvocatessa: dal conto scompaiono 111mila euro
Le rubano l'identità, poi le prosciugano il conto corrente. In tre mesi, le portano via qualcosa come 111.600 euro, senza provocare alcun allarme da parte della banca...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Le rubano l'identità, poi le prosciugano il conto corrente. In tre mesi, le portano via qualcosa come 111.600 euro, senza provocare alcun allarme da parte della banca in cui era stato acceso il conto. Storia da incubo, quella raccontata da una professionista napoletana, che ha firmato una denuncia in Procura dopo aver subìto un doppio furto: quello della propria identità, e quello dei propri risparmi, accantonati su un conto deposito della filiale di una banca internazionale in zona piazza Municipio. Oltre a descrivere la propria vicenda, l'avvocatessa punta l'indice contro il sistema di controllo della banca, incapace di notare e impedire operazioni condotte da una mano clandestina, che per tre mesi le hanno depredato i risparmi di una vita.


Ma in che modo è avvenuto il sacco del conto corrente? Alla base di tutto, c'è il furto di identità, con il quale è stato acceso un secondo conto corrente intestato alla professionista napoletana. Chiariamo subito una cosa: si tratta di funzioni operate in conto arancio, quindi avvenute in via telematica, senza passare fisicamente al cospetto di uno sportellista. Fatto sta che in tre mesi, si è assistito a un crescendo di operazioni passate completamente sotto traccia: è il 29 agosto scorso, quando avviene il primo versamento di 1500 euro dal conto corrente originale a quello creato attraverso una sorta di «avatar» telematico, una finta identità che ha succhiato soldi in modo indisturbato. Fatto sta che, dopo il primo prelievo clandestino, non c'è alcuna reazione. Si passa a un secondo prelievo: è 13 settembre, quando vengono presi 19mila euro, anche in questo caso grazie a un semplice colpo di mouse e a una schermata al computer. Nessuna reazione, neppure dalla proprietaria, dal momento che il conto corrente dal quale vengono attinti i soldi è un deposito, il classico salvadanaio messo al sicuro da tutti.

 

E invece i furti continuano, con un crescendo di prelievi che diventano ancora più vistosi. È un assalto alla diligenza: il 21 settembre, altra operazione di giro conto di 19mila euro, mentre il giorno dopo - è il 22 settembre - arriva il piatto forte: vengono girati verso un conto corrente creato in modo clandestino qualcosa come 50mila euro, ovviamente forti della certezza che a questo punto della storia, nessuna verifica verrà condotta su simili operazioni.

Siamo quasi alla fine, a novembre si arriva a succhiare 111.600 euro. E a scoprire tutto, è la stessa intestataria del conto corrente, che una mattina si vede negato il diritto a prelevare poche centinaia di euro dal suo patrimonio, fino a scoprire che sul conto erano rimasti solo pochi spiccioli. Choc iniziale comprensibile, allarme in famiglia, scattano le denunce. Si parte dal furto di identità, reato decisamente in espansione nel nostro distretto, sempre più collegato a operazioni di natura bancaria. Non è l'unico caso denunciato in questi mesi. Vicende simili riguardano prelievi e versamenti, spesso estero su estero, che nascono dopo un attento studio dello stile di vita della persona clonata. Una sorta di azione pirata che passa attraverso mail apparentemente innocue che arrivano sui propri account di posta elettronica e che consentono di duplicare profili personali e dati sensibili. Facile immaginare comunque che le prime verifiche riguarderanno la filiale della banca presso la quale era stato acceso il conto corrente depredato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Mattino