Contrabbando, a Napoli il 40% di sigarette illegali

Contrabbando, a Napoli il 40% di sigarette illegali
Il bicchiere è come sempre, mezzo vuoto o mezzo pieno. A seconda di come lo si voglia guardare. Napoli si conferma il crocevia del contrabbando di sigarette in Italia....

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Il bicchiere è come sempre, mezzo vuoto o mezzo pieno. A seconda di come lo si voglia guardare. Napoli si conferma il crocevia del contrabbando di sigarette in Italia. Continua a detenere questo triste primato, come dimostra l'incrocio dei dati forniti dalla Guardia di Finanza con quelli che emergono dalle ricerche condotte dall'industria del tabacco. Circa il 40 per cento del fenomeno criminale del contrabbando di «bionde» è infatti riconducibile al capoluogo campano, nel 2015. Poi, però, ci sono anche le buone notizie: l'aumento dei sequestri di tabacchi lavorati esteri introdotti illegalmente in città ma soprattutto le nuove sinergie tra i produttori onesti e le forze dell'ordine. Un dossier elaborato dalla British American Tobacco Italia e che mette insieme tutte le fonti disponibili, recentemente pubblicato e diffuso proprio in occasione dell'incontro, svoltosi a Roma presso la sede della BAT, con i vertici del comando provinciale delle fiamme gialle di Napoli, diventa lo strumento più utile per fare il punto sulla situazione: è la radiografia più aggiornata del fenomeno criminale che salda gli interessi delle mafie «transnazionali» con quelli della camorra.


Snodo strategico. La Campania - e Napoli in particolare - si conferma uno degli snodi strategici per l'intera filiera del mercato illegale di sigarette. Ma se fino a qualche decennio fa il fenomeno del contrabbando assumeva aspetti quasi romantici, oggi la situazione è cambiata. L'incidenza dei cosiddetti «prodotti non domestici», cioè quelli non sfornati in Italia, e dunque soggetti ai dazi doganali italiani, è pari al 24,6 per cento a metà 2016. Che, tradotto in soldoni, equivale a una montagna di denari non corrisposti allo Stato. E sebbene la curva del grafico del «non domestico» appaia in significativo calo (dal  54,8 per cento di fine 2015 la linea è calata al 24,6 di quest'anno) la situazione non può essere sottovalutata.

Illicit White. La verità è che le sigarette illegali hanno invaso ancora una volta il mercato napoletano. Al primo posto abbiamo quelle con il marchio «Regina», che trovano uno spazio di acquisto del 30,8 per cento. Tra i marchi più noti, spacciati illegalmente nel capoluogo campano, figurano le Marlboro (con il 16,5 per cento che sale al 20, a livello nazionale), seguite dalle Rothmans (5,5 per cento che scende al 2, in Italia) e le Winston (entrambe con il 5,5 per cento circa, a Napoli e su scala nazionale). La proporzione tra le Illicit White e i marchi più noti - a Napoli - evidenziano una preponderanza delle prime rispetto ai secondi.

Analisi del territorio. Dallo studio della British American Tobacco emergono anche particolari utili a capire come i contrabbandieri - e la camorra - abbiano potenziato il loro brand criminale sistemando i banchetti delle «bionde» fuorilegge nei dintorni delle scuole. Già, gli istituti scolastici. Consapevoli del fatto che vendere sigarette illegalmente al di fuori dei rivenditori di tabacchi con licenza può rappresentare un implemento formidabile al mercato del contrabbando. Dalla ricerca emergono i dati forse più inquietanti: a Napoli i picchi di vendita di «bionde» si registrano in quel quadrilatero compreso tra piazza Garibaldi, piazza Carlo III, Porta Nolana e Miano. Un bacino di utenza immenso, che vede il dispiegarsi di «banchetti» di vendita delle sigarette di contrabbando non lontano dalle scuole Colletta, Volta e Moscati. Così come fa per lo spaccio di stupefacenti, la camorra - che controlla e regola il traffico delle sigarette - non si fa scrupoli e «investe» sulle giovani generazioni.

Mistery shopper. È la cosiddetta attività di «acquisto in incognito». La British American Tobacco la impiega per scoprire soprattutto quali siano le marche di sigarette di contrabbando più diffuse e vendute a Napoli, il loro prezzo di vendita e i luoghi di maggiore diffusione. Da Scampia a piazza Garibaldi, fino ai Quartieri spagnoli e a Bagnoli. E veniamo ai marchi più venduti. Prezzi competitivi e diffusione capillare offrono al mercato partenopeo una vasta gamma di sigarette fuorilegge. Con circa due euro ci si mettono in tasca pacchetti di sigarette di dubbia provenienza (dalle «Regina» alle «777», alle «Campania»); con tre si aspirano boccate di Minsk, oltre a Diana e a Winston; il costo sale a 3,50 euro per le Marlboro e le Pall Mall, queste ultime oggi quasi scomparse dai banchetti. Le ricerche della BAT non si fermano a questo, ma puntano a capire se si tratti di pacchetti «genuini» o contraffatti. Già, perché la contraffazione resta uno dei tanti buchi neri che accompagnano il contrabbando, seppure oggi sia circoscritta al 2,9 per cento, secondo le ricerche dell'industria. Basta esaminare il codice stampato a secco sul fondo del pacchetto per riuscire a identificare lo stabilimento, la data, il turno e persino il macchinario di produzione.
«I principali Paesi di destinazione identificati tramite i pacchetti raccolti a Napoli - si legge nella ricerca della BAT - presentano scritte riconducibili a: Ucraina, Moldavia, Bielorussia, Bosnia, Bulgaria, Corea, Cina e sono presenti anche molti prodotti Duty Free».


Buone notizie. Ma dal rapporto della BAT Italia emergono anche notizie incoraggianti. Molto incoraggianti, e che inducono a investire nella legalità. Le sei auto donate al Comando provinciale di Napoli della Guardia di Finanza (che raddoppiano quelle già regalate al Corpo l'anno scorso) sono il coronamento di un'azione condivisa. Più strumenti e mezzi per combattere il mercato nero delle sigarette: ecco la strada da seguire. E su questo versante l'Italia non ha da prendere lezioni da nessuno a livello europeo. Mentre nel nostro Paese il mercato illecito si assesta al 5 per cento del totale delle sigarette vendute, in Paesi come Francia e Regno Unito il contrabbando supera il 15 per cento del mercato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino