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Follia e incoscienza, musica, alcol e spinelli. In pieno lockdown avevano organizzato un rave party nel cuore del centro storico, e poco prima dell'alba di domenica la polizia è stata costretta a intervenire per disperdere un centinaio di giovani che avevano trasformato un appartamento preso in affitto in discoteca. Finale amarissimo: all'arrivo delle Volanti, nel fuggi fuggi generale, alcuni ragazzi hanno affrontato e colpito anche due agenti costretti poi a farsi medicare in ospedale. Bilancio: due arresti e 41 identificati e sanzionati per violazione delle norme anti Covid.
Gli organizzatori dell'«evento» avevano pensato a tutto. Dopo aver regolarmente prenotato le stanze di un bed and breakfast al corso Umberto, dopo essersi fatti consegnare le chiavi avevano trasferito nell'appartamento al sesto piano un impianto completo di audiodiffusione, con potentissime casse, equalizzatori e tutto il necessario per mixare la musica. Subito dopo avevano fatto partire il passaparola su alcuni gruppi e chat dando ad un centinaio di persone le coordinate e l'orario per l'appuntamento. Tutti ballavano, bevevano senza indossare le mascherine. Alcuni consumavano anche droga. Nel cuore della notte sono stati alcuni residenti dello stesso edificio ad allertare il 113: da ore si udivano schiamazzi, musica a decibel altissimi e si percepiva anche un acre odore di marijuana. All'arrivo dei poliziotti (per riuscire a controllare la situazione, alle sette della domenica di Pasqua sul posto è stato necessario far convergere una decina di pattuglie), è scattata la rivolta: «Ragazzi, siamo in tanti più di loro, questi non ci possono fare niente!», hanno arringato gli altri partecipanti al festino due degli organizzatori, è scattato un corpo a corpo con gli agenti. Solo l'arrivo dei rinforzi ha messo fine alla reazione violenta. Molti sono riusciti a dileguarsi, mentre altri 41 sono stati identificati e sanzionati per inottemperanza alle misure anti Covid-19. In manette sono finiti due incensurati: R.L. e A.F., napoletani di 32 e 29 anni, accusati ora di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, istigazione a delinquere (il secondo dovrà rispondere anche di lesioni).
Ma al netto di questo folle episodio, le giornate di domenica e lunedì hanno visto prevalere il senso di responsabilità dei napoletani e, con esso, il capillare piano di controllo del territorio che era stato disposto nei giorni scorsi dalla Prefettura.
Imponente il dispositivo messo in campo per evitare assembramenti. La polizia municipale ha presidiato con successo i varchi verso le discese a mare: spettacolo inedito e surreale, da Riva Fiorita alle spiagge che costeggiano via Posillipo e le scogliere deserte. Via Partenope e tutto il lungomare si presentava ieri con i ristoranti, i bar e le pizzerie chiuse. Nonostante tutto i soli carabinieri ieri hanno elevato 106 sanzioni.
Controlli anche garantiti dai militari dell'Esercito, da Largo Sermoneta ai più importanti incroci del centro storico. Decine di pattuglie di carabinieri e polizia ovunque. In azione anche la Stradale, che ha presidiato gli snodi di Tangenziale e autostrade. da Capodichino si sono sollevati poi gli elicotteri della Polizia di Stato, dei carabinieri e della Guardia di Finanza, che fino al tramonto hanno pattugliato dal cielo tutta l'area metropolitana, pronti a segnalare criticità. Molti i controlli anche in mare da parte delle motovedette.
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