La minaccia invisibile avrebbe presto presentato il conto. L'ha capito il premier Conte, l'aveva realizzato subito il governatore Vincenzo De Luca, lo stanno ora toccando...
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Direttamente in terapia intensiva anche il 77enne arrivato in ospedale nel weekend, ottavo positivo a San Giorgio. Anche nella vicina Torre del Greco, epicentro campano dei contagi, i comportamenti sconsiderati addensano di nubi l'orizzonte. E ieri è stata una domenica di lutti. Nell'occhio del ciclone alcune parrocchie di Santa Maria la Bruna, le quali annoverano un prete positivo già in quarantena e un altro ancora in attesa dell'esito del tampone all'interno del nosocomio boschese. Frequentava la parrocchia di San Vincenzo a Postiglione, quella guidata dal sacerdote contagiato, la 75enne che si è spenta ieri mattina, parente di un assessore torrese. E probabilmente è lei ad aver contagiato un nipote di 46 anni, cardiopatico e diabetico, morto in serata sempre all'ospedale boschese. I timori della comunità si sarebbero concentrati su un incontro spirituale tenutosi in una tensostruttura nel fine settimana dell'8 marzo, sempre in zona Santa Maria, alla presenza dei sacerdoti e di almeno 60 fedeli. Nel quartiere corallino sarebbero ora diversi i sospetti positivi. La paura avrebbe spinto interi nuclei familiari ad autoisolarsi. Altri si sono invece riversati nei pronto soccorso del Maresca e del San Leonardo di Castellammare, scatenando il malcontento dei sanitari stabiesi. Al Monaldi, nel frattempo, si è registrato ieri sera il decesso di un ultra 70enne di Sant'Anastasia con patologie pregresse.
Quattro contagi in pochi giorni, tre dei quali collegati alle professioni sanitarie, l'incubo di una cena e il pericolo di un «focolaio» di contagio che ha già causato due decessi. Tra Gragnano e Castellammare i primi casi di coronavirus sono stati circoscritti e potrebbero essere quasi tutti riferiti a medici e infermieri. Il sindaco di Gragnano, Paolo Cimmino, ha comunicato il quarto caso di contagio. «Si tratta di una assistente infermieristica dell'ospedale di Sorrento e ricoverata in quella struttura» fa sapere il primo cittadino gragnanese. In servizio al reparto di Cardiologia, la donna ha 45 anni ed è residente in via Castellammare, come gli altri. Escluso il 19enne assistente di volo rientrato da Bergamo, asintomatico e in autoisolamento dal 16 marzo in casa, gli altri due casi sono una neurologa che vive nello stesso palazzo e un giovane ginecologo del Policlinico di Napoli, residente nel capoluogo, ma che avrebbe partecipato a una cena insieme alla donna e ad un'altra decina di persone. Una di queste ieri mattina è stata sottoposta a tampone perché ha sintomi specifici. Durante quella cena gragnanese, il Covid-19 potrebbe essere stato incubato e trasmesso a più persone. E il rischio è che la stessa neurologa, che aveva avuto contatti con familiari di rientro dalla «zona rossa», possa aver creato uno o più focolai, continuando a lavorare negli uffici Asl di via Fusco a Torre Annunziata e facendo visite in vari ambulatori, tra cui quello di via Allende a Castellammare. Lì vicino, in via Tavernola, era residente un 79enne, ricoverato insieme al figlio come sospetto all'ospedale di Boscotrecase e morto lì dopo essere risultato positivo. Poco distante viveva anche il 69enne, deceduto al San Leonardo alcuni giorni fa e sottoposto post mortem al tampone che ne ha rivelato la positività. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino