Coronavirus: scattano le misure speciali negli alberghi. Gli hotel, nei casi di sintomi evidenti, tosse e febbre, chiederanno ai clienti provenienti dalle regioni più...
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Sono giorni particolari per gli Hotel: ore di apprensione, cautele e misure speciali, compresa la possibilità di misurare la febbre al check-in. «Proteggi te stesso e chi ti sta vicino dal contagio»: così inizia il vademecum nazionale di Federalberghi esposto nelle strutture. «Se arriva un cliente dalla Provincia dell'Hubei - spiega Izzo - o da una delle zone più colpite, e se presenta sintomi evidenti, scatta una profilassi speciale. Se una struttura è dotata di strumentazione, può facoltativamente chiedere al cliente di misurare la temperatura. Se ci sono i sintomi del Coronavirus, l'albergatore è invitato a chiamare immediatamente le autorità sanitarie e a richiedere il test. In caso di prenotazione online tramite portali online c'è un problema irrisolvibile per noi, perché l'identificazione avviene solo al check-in. In casi estremi, e solo in presenza di sintomi evidenti, l'albergatore potrebbe anche decidere di rifiutare il soggiorno per tutelare gli altri ospiti e il personale. Il problema si sta riducendo, vista la chiusura degli aeroporti. E riguarderebbe chi è stato esposto al contagio nelle zone più colpite ed è rientrato in Europa settimane fa».
Sono già centinaia le disdette da parte di gruppi asiatici che avevano scelto Napoli come meta turistica. «Fuorigrotta e la stazione dicono da Federalberghi sono le aree più colpite dalle cancellazioni». Si tratta di comitive da 30 o 40 persone, «che incidono sugli affari di una struttura media in un periodo di bassa stagione». In un Hotel di Fuorigrotta, per esempio, si contano già mancati incassi per 4mila euro. Bisognerà aspettare di conoscere la durata dell'emergenza, però, per stimare le perdite: «Siamo in un periodo di bassa stagione dei flussi turistici - aggiunge Pasquale Russo, direttore di Confcommercio Campania - Perciò ora non è il caso di fare allarmismi. Vediamo cosa accadrà più in là, dato che l'emergenza potrebbe durare fino all'inizio di aprile». La preoccupazione si estende a tutto il settore turistico, specialmente in prospettiva. Non è tanto il mercato cinese, ingessato, a preoccupare gli operatori, ma l'effetto domino che sta caratterizzando la programmazione della stagione 2020 condizionata dagli effetti del Coronavirus. Una verifica sull'andamento di arrivi e presenze nei prossimi mesi si avrà alla Bit di Milano da domenica a martedì. «Siamo in fase di stallo - spiega Ettore Cucari, presidente della Fiavet, la federazione degli agenti di viaggio di Campania e Basilicata - A parte la paralisi del mercato cinese c'è un calo evidente su ogni destinazione. Per attenuare la carenza di mobilità, dovuta alla preoccupazione di lasciare l'Italia, al non avere certezze sulle condizioni di viaggio e sui rischi di destinazioni estere, stiamo promuovendo viaggi nazionali». «A fronte di una media di circa 300 richieste di soggiorni quotidiane - rileva Paolo Durante, tour operator di Sorrento - arriviamo a stento alla metà». L'incidenza del turismo cinese è bassa nella penisola sorrentina (media inferiore alle 20mila presenze negli ultimi anni), ma «la preoccupazione per il futuro è innegabile - osserva Costanzo Iaccarino, presidente regionale di Federalberghi - Le ripercussioni su arrivi e presenze sono evidenti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino