Speranza, si chiama proprio così la «nonnina» settantenne che, ospite della residenza sanitaria per anziani dei domenicani a Madonna dell'Arco e trasferita...
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Era tra gli ospiti risultati «positivi» al test del coronavirus e dopo due giorni con febbre alta il direttore sanitario della struttura aveva deciso, in accordo con l'Asl, di farla trasferire al San Leonardo di Castellammare di Stabia. Terapia intensiva, Speranza era intubata. Ha avuto, per giorni ancora, la febbre. Infine, passo dopo passo, le sue condizioni sono migliorate, fino a normalizzarsi. Ieri mattina l'esito del secondo tampone: negativo. La sua voce al telefono è chiara, allegra, con il gergo che tutti conoscono come alquanto «colorito». Si rende conto di essere scampata a quello che lei chiama «un fosso». Ricorda la febbre, la tosse, tutti intorno a lei. E poi null'altro. «Voglio tornare a casa», dice. E la casa, nella quale almeno per il momento non potrà tornare, è proprio la residenza sanitaria anziani di Madonna dell'Arco dove, con quattordici nuovi operatori, il personale sta lottando contro la morte. «Questa è stata un'altra prova della vita, ne ho passate tante dice Speranza i miei genitori erano persone umili che hanno sempre vissuto alla giornata, però una cosa me l'hanno insegnata: non c'è nulla di più importante che volersi bene e donare agli altri. L'amore vince sempre, i soldi non servono a niente». E aggiunge: «Pure il virus, mica si combatte con i soldi. Ringrazio Dio, la Madonna dell'Arco e i medici».
A Madonna dell'Arco, la signora Speranza dicono gli operatori è «la gioia della casa». Nel libro che raccoglie le esperienze di vita di tutti i degenti, la pagina di Speranza è quella più gioiosa. Ama i colori accesi, sorride sempre, pretende che tutti si fermino a salutarla e a scambiare quattro chiacchiere. Non si risparmia toni coloriti nemmeno sull'esperienza appena vissuta, riservando al «mostro» appellativi difficilmente ripetibili. «Ma con me non ci è riuscito», ride. E sorride. Una gioia per ora, una sola, per la residenza dove la conta dei morti, si è fermata da tre giorni. Quando Speranza potrà tornare alla sua vita quotidiana non troverà alcuni dei suoi amici. Non ci sarà Anna, la signora casertana che raccontava, a chi si fermava ad ascoltarla, di aver avuto molti pretendenti e di non essersi sposata per sua scelta. Non ci sarà, portato via dal Covid 19, il signor Alfredo: uomo di mare che aveva sempre avventure nuove da rievocare, lui diceva che «il passato è un'ombra», con gli occhi tristi che ora resteranno chiusi per sempre. Il coronavirus si è preso anche Giovanna, che amava tanto il cioccolato e diceva a tutti della sua gioventù passata a lavorare in una fabbrica svizzera. Speranza non troverà tutti loro, ma forse sarà pronta ancora a dire a ciascuno degli altri una parola buona. «L'ammore è importante, hai capito nennè?». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino