Covid a Napoli, ospedali pieni: più posti letto al Cotugno ma l'emergenza rimane

Covid a Napoli, ospedali pieni: più posti letto al Cotugno ma l'emergenza rimane
Cresce l'emergenza sanitaria per il Covid a Napoli e in Campania, e così l'incertezza delle famiglie e delle imprese. Convivere col virus diventa sempre più...

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Cresce l'emergenza sanitaria per il Covid a Napoli e in Campania, e così l'incertezza delle famiglie e delle imprese. Convivere col virus diventa sempre più difficile: anche a fronte delle basse percentuali di pazienti sintomatici (6 per cento) e che necessitano di terapia intensiva (1 per cento) il virus fa ugualmente salire il numero dei malati ricoverati e i decessi. Ci sono più di 850 pazienti Covid negli ospedali campani. Mai così tanti dall'inizio dell'epidemia, e restano solo 34 posti di degenza ordinaria e 43 di terapia intensiva. A Napoli si registra il tutto esaurito negli ospedali Covid. Sono occupati 180 letti al Cotugno, 56 al Cardarelli (qui in maggioranza da pazienti con altre patologie ma positivi al virus e intercettati nel pronto soccorso), 50 al Loreto mare e 35 al Covid center dell'Ospedale del mare cui se ne aggiungono una trentina nei due policlinici universitari che hanno spazi e personale ma sono impegnati in maniera marginale. 

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La Regione ha fatto scattare due misure: da un lato l'incremento dei posti letto dedicati al Covid - passando dai 977 programmati a quota 1.651 - da mettere in atto entro lunedì in parallelo alla sospensione dei ricoveri medici e chirurgici non urgenti, nella misura che occorre per recuperare spazi e personale; dall'altro, le restrizioni sociali e la sospensione delle attività scolastiche puntano a piegare la curva di incremento dei casi.

Ieri in tutti gli ospedali si sono svolte riunioni fiume per decidere come e dove aprire altri reparti e corsie. A Napoli gli incrementi di posti letto previsti sono così distribuiti: il Cotugno deve passare dai 144 posti programmati a 263 previsti dalla nuova ordinanza regionale. L'ipotesi di convertire il Cto, sacrificando un pronto soccorso della rete di urgenza, sembra accantonata. Prende corpo invece l'idea di puntare sull'assetto assunto dall'azienda dei Colli durante il lockdown. 

Il Cotugno ha già 180 posti attivi e oggi apre un altro braccio dotato di 20 letti nel nuovo padiglione G. Altrettanti posti sarebbero ricavati in un reparto inutilizzato del vecchio ospedale e 24 di rianimazione e sub intensiva impegnerebbero il Monaldi. Si arriva a oltre 240 posti. I restanti 20 di degenza ordinaria che mancano andrebbero spalmati sul territorio e sui policlinici. In particolare il Policlinico collinare offre ancora poco alla causa. La struttura della Federico II dovrebbe passare infatti da 39 a 77 posti, impegnando il padiglione 18, numeri in cui sono compresi i 20 posti di intensiva e 19 di sub intensiva previsti. La Vanvitelli, a corto di spazi nel centro storico, limita l'aumento dell'offerta di cure da 30 a 50 posti, di cui una quota da ristrutturare. Passiamo al Cardarelli: dai 56 letti occupati (che hanno già quadruplicato il contingente programmato) si punta a 95 ricavati tra il padiglione di Ortopedia (in fase di riconversione) e il paglione M già finora impegnato insieme alla week surgery. In pratica anche qui un assetto da lockdown. Passiamo alla Asl Napoli 1: qui, come per il Policlinici, il discorso si complica. L'offerta finale è stabilita in 222 posti contro gli 85 attuali. Pur volendo dare per assodato l'incremento di 20 unità del Loreto e il raddoppio, da 35 a 68, all'Ospedale del mare, mancano all'appello una ottantina di degenze che sarà difficile ricavare all'interno di presidi non Covid. Un piano chiaro non c'è ed èsolo all'inizio della recrudescenza epidemica preventivata tra novembre e dicembre. Soluzioni praticabili? L'utilizzo di ospedali dismessi o riconvertiti come il San Gennaro, il Crispi e l'Ascalesi ovvero la conversione di altri presidi della rete. Resta però il nodo irrisolto della carenza di personale. L'unica certezza è che mercoledì apre l'«albergo» dell'Ospedale del mare per i positivi in quarantena e i malati dimessi in attesa di negativizzazione.

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Il Mattino