Covid, Campania a rischio lockdown; De Luca pronto al coprifuoco: «Mille contagi al giorno e chiudo tutto»

Covid, Campania a rischio lockdown; De Luca pronto al coprifuoco: «Mille contagi al giorno e chiudo tutto»
Continuano a crescere i contagi in Campania e De Luca passa al contrattacco: «Se arriviamo a mille contagi chiudiamo tutto», minaccia. Nel mezzo uno scenario che fa...

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Continuano a crescere i contagi in Campania e De Luca passa al contrattacco: «Se arriviamo a mille contagi chiudiamo tutto», minaccia. Nel mezzo uno scenario che fa piombare la Campania nell’epicentro dell’emergenza Covid. Con i contagi in continua salita. Con la Lombardia che si avvicina ai mille casi seguita proprio dalla Campania con 769 con quasi 10 mila test. Dietro spiccano in negativo il Veneto, dove sono 595 i positivi seguito con 483 dalla Toscana. Ma è Napoli e la sua provincia a preoccupare di più perché fa quasi i 4/5 dei contagi. 

 

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«L’obiettivo è avere un equilibrio tra i nuovi positivi e i guariti. Ma se abbiamo mille contagi e duecento guariti è lockdown. Se abbiamo un incremento ogni giorno di 800 nuovi positivi chiudiamo tutto. Non drammatizzo, faccio un calcolo numerico», minaccia Vincenzo De Luca, da ieri proclamato ufficialmente per il secondo mandato da presidente. Ma i numeri che fornisce si avvicinano drammaticamente alla soglia di nuove strette. E infatti manda un messaggio netto al governo: «La mia opinione è che già oggi forse siamo al punto in cui dovremmo prendere decisioni drastiche. Ma attendiamo, sappiamo che una nuova chiusura generale sarebbe una tragedia. Ma se dovesse porsi il problema l’Italia sarà chiamata a decidere. Quindi meglio essere rigorosi oggi nel rispetto delle regole». De Luca ha ora in testa la preparazione degli ospedali perché, dice, «i ricoveri in terapia intensiva aumenteranno» ma «non è vero che non ci sono posti letto, abbiamo 50 ospedali. Ad oggi abbiamo 671 posti letto destinati al Covid, di cui 530 posti. Per le terapie intensive abbiamo 100 posti letto attivi: 52 i ricoveri». 

 

E se per mesi si è costruito la fama del duro che riesce a tenere a bada il Covid, da una settimana a questa parta si trova sotto attacco dopo l’impennata dei contagi. Per questo ieri nella sua consueta tribuna settimanale si mette a difesa: «Nei mesi passati si facevano tamponi generici nelle altre regioni, noi invece li facciamo mirati. Noi non siamo interessati alla propaganda e i positivi ce li andiamo a cercare noi. Perché - aggiunge - con l’aumento dei tamponi si rischia un paradosso: più positivi individui, più vai in affanno. E non dimentichiamo che siamo la regione col numero più basso di dipendenti sanitari in relazione alla popolazione». La verità, aggiunge De Luca è che «noi abbiamo fatto un lavoro che non ha fatto nessuno, dal 12 agosto tamponi da estero e personale scolastico e dieci giorni fa, in anticipo rispetto al governo, abbiamo introdotto l’obbligo della mascherina». 

 

«Non è repressione, non è fascismo, non è sadismo, è il minimo indispensabile se vogliamo non essere costretti a chiudere tutto. Se si arriva a mille positivi al giorno - aggiunge De Luca riferendosi all’ordinanza dell’altro giorno che chiude i locali della movida - si chiude tutto. Altro che la mezz’ora in più o in meno al ristorante. Stiamo parlando di sciocchezze, cioè la possibilità di andare al ristorante fino alle 11 di sera. In queste condizioni è veramente il minimo che potessimo fare». E sulle polemiche degli imprtenditori del settore taglia corto: «Ci hanno chiesto diverse cose. Di queste, una sola credo sia ragionevole e accettabile, cioè rendere possibile l’inizio delle attività alle 5 e non alle 6. Questa cosa la accoglieremo, il resto no». Sull’orario di chiusura dei bar alle 23 e della possibilità per i ristoranti di accogliere clienti solo fino alle 23, De Luca sottolinea come «alle 22 non si cena da nessuna parte. Quindi ci sono delle cattive abitudini che vanno modificate». E, tanto per cambiare, avverte che le uniche notizie vere passano solo sul suo canale social: «Aspettate le informazioni ufficiali della Regione, non di giornalisti poco informati o di sindaci che al posto di fare i sindaci vanno in televisione», dice riferendosi a de Magistris.

 

 

Intanto arrivano nuovi ventilatori per i reparti di terapia intensiva e sub-intensiva della Campania. Il commissario straordinario per l’Emergenza Covid Arcuri ha, infatti, accolto le richieste arrivate da De Luca ed ha provveduto a spedire immediatamente le nuove attrezzature. In particolare sono state inviati 100 ventilatori per le terapie sub-intensive e 50 per i reparti di terapia intensive. «Si tratta di un contributo doveroso che si è reso necessario di fronte alla recrudescenza dell’epidemia che si è registrata in Campania», spiega Arcuri che, sempre ieri, ha firmato l’ordinanza con le quale vengono delegate ai presidenti di Regione le funzioni di commissario per gestire il piano di potenziamento del sistema sanitario per rafforzare la rete degli ospedali Covid. 

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Il Mattino