Lombardia zona gialla da lunedì, per la Campania bisogna aspettare il 20 dicembre

Lombardia zona gialla da lunedì, per la Campania bisogna aspettare il 20 dicembre
Il meccanismo delle fasce ideato dall’esecutivo con il Dpcm di metà novembre prevede dei tempi ben precisi: ci vogliono almeno due settimane per passare ad una fascia...

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Il meccanismo delle fasce ideato dall’esecutivo con il Dpcm di metà novembre prevede dei tempi ben precisi: ci vogliono almeno due settimane per passare ad una fascia di minor rischio. Sono i tempi tecnici che al ministero della Salute definiscono de-escalation. E se la Lombardia è in dirittura d’arrivo (domenica) per l’agognata fascia gialla, alla Campania serve almeno un’altra settimana. 

«Da domenica 13 dicembre la Lombardia sarà ufficialmente zona gialla. Ho parlato con il ministro della Salute Roberto Speranza che come per le volte precedenti, venerdì firmerà l’ordinanza, sabato sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale per entrare in vigore domenica», annuncia ieri il governatore della Lombardia Attilio Fontana spiegando come: «Il trend dei numeri si conferma in diminuzione sia per quanto riguarda la circolazione del virus, sia per i ricoveri nei reparti ordinari che intensivi. Un risultato raggiunto grazie ai comportamenti virtuosi tenuti da tutti i lombardi, che ancora una volta ringrazio». 

E la Campania? I dati della nostra regione sono incoraggianti, la curva è in discesa ma mancano i tempi tecnici per passare alla zona gialla. La Lombardia, infatti, passa dalla zona rossa a quella arancione il 29 novembre mentre la Campania subisce sì lo stesso percorso ma esattamente una settimana dopo. L’inizio della discesa, quindi, se i numeri saranno confermati per la Campania nelle prossime ore inizierà dal 20 dicembre. Appena qualche giorno prima di Natale e una settimana dopo la Lombardia. 

Per quella che viene definita de-escalation ci vogliono, infatti, almeno due settimane. Sempre che gli indicatori diano esito positivo. Sono 21 ma i due principali sono due. Il primo è legato all’indice Rt; il secondo è quello del rischio, che può essere considerato alto o moderato, e prende in esame una serie di fattori a cominciare dalla capienza dei posti letto in intensiva e sub-intensiva. Numeri già favorevoli alla Campania che deve scontare però le due settimane iniziate appena lunedì scorso. O altrimenti dovrebbe essere la Regione a chiedere, attraverso un iter particolare, ai ministeri della Salute e degli Affari regionali di accelerare i tempi. Ma si tratta di uno scenario impensabile se a guidare palazzo Santa Lucia c’è un governatore come De Luca da sempre fautore di una linea di massimo rigore. Ed è molto difficile che decida di voler allentare la morsa proprio ora per arrivare prima nella zona gialla. Impossibile o quasi immaginare una strategia del genere.



Nonostante da giorni la curva sia in diminuzione, la Campania è ieri comunque la seconda regione italiana, alle spalle del Veneto, per il numero di nuovi positivi. Resta però sostanzialmente stabile, all’8,57 per cento (due giorni fa era dell’8,7), il tasso di incidenza sui test. Sono stati 1.361, di cui 167 sintomatici, i nuovi contagi rilevati su 15.872 tamponi. Ma a questo quadro bisogna aggiungere ben 2.869 i guariti e il calo della pressione sugli ospedali: i posti letto di terapia intensiva occupati sono 138 su 656, quelli di degenza Covid 1.852 su una disponibilità di 3.160 tra strutture pubbliche e private. Mentre il bollettino diramato ieri dall’Unità di crisi regionale segnala 43 vittime (11 nelle ultime 48 ore e 32 precedenti ma registrate in ritardo).
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Il Mattino