Manca il sangue: andate a donare. La risposta dei campani non si è fatta attendere. La scorsa settimana, le banche del sangue avevano segnato una diminuzione dei donatori e...
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Tra i primi ad aderire all'appello gli operai della Whirlpool Napoli, fabbrica a rischio dismissione. Oggi in sette hanno donato al centro trasfusionale dell'Ospedale del Mare. Appuntamento alle 8 in fabbrica, a via Argine, dove una navetta, messa a disposizione dalla Asl Napoli 1, ha accompagnato i donatori al centro e dopo li ha riportati indietro. «Ma è solo l'inizio - fa sapere Vincenzo Accurso, uno degli operai - stiamo raccogliendo altre adesioni». Al centro trasfusionale, sono arrivati indossando la maglia simbolo della loro vertenza «Whirlpool Napoli non molla», una è stata regalata ai vertici della struttura, un'altra rimarrà esposta nel reparto. «Perché sia il simbolo di una Italia intera che non molla - spiega Accurso - Il nostro motto è Chi dona non ti abbandona, in questo momento siamo chiamati tutti a stare accanto a chi ne ha più bisogno». Donatori in fila anche al Santobono-Pausillipon, l'ospedale pediatrico. Nessuno si è tirato indietro. È una risposta «eccezionale», fa sapere Vacca, «di tutti i campani». «Ci sono arrivate conferme incoraggianti da Caserta, Avellino, da tutte le città della regione - aggiunge - Così come dal Monaldi, dal Policlinico Federico II. Ci aspettiamo una risposta anche maggiore nel weekend». Ora, però, non bisogna abbassare la guardia, ma continuare a donare perché la richiesta di sangue è sempre elevata. Vacca lancia un appello: «Andate a donare, recandovi al centro trasfusionale più vicino e soprattutto continuate a farlo. Vi aspettiamo». Nel territorio della Asl Napoli 2 nord, da lunedì, saranno, invece allestite delle emoteche all'esterno degli ospedali di Pozzuoli, Giugliano e Frattamaggiore, insieme con l'Avis.
«Sono donatrice da molti anni ma una risposta come questa era da anni che non la vedevo: nel momento del bisogno Napoli dimostra sempre di avere un cuore grande». A parlare è Lucia, una dipendente dell'ospedale Cardarelli di Napoli che stamattina si è recata, insieme con tantissime altre persone, nel centro trasfusionale del Cardarelli per un prelievo straordinario. «Quasi tutti avevano le mascherine e le distanze minime sono state rispettate», dice Lucia che ha risposto come molti altri all'appello lanciato dall'ospedale più grande del Sud in cui, a causa dell'emergenza coronavirus, si stava registrando lamentava un brusco caso delle donazioni, a tal punto importante da mettere a rischio la salute di pazienti, anche pediatrici, che necessitano di trasfusioni quotidiane di sangue. «I lavoratori si stanno trattenendo oltre l'orario di lavoro - dice ancora Lucia - per accogliere la solidarietà di chi non si dimentica del prossimo».
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Il Mattino