Coronavirus e scuole chiuse, oggi il via alle lezioni online: scuole e atenei nel caos a Napoli

Coronavirus e scuole chiuse, oggi il via alle lezioni online: scuole e atenei nel caos a Napoli
Da oggi si parte. La didattica a distanza con supporti, piattaforme e modalità differente inizia in ogni scuola di ordine e grado, comprese le Università. Restano...

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Da oggi si parte. La didattica a distanza con supporti, piattaforme e modalità differente inizia in ogni scuola di ordine e grado, comprese le Università. Restano tanti dubbi e perplessità avanzati sui mezzi da usare soprattutto da parte di docenti che in alcuni casi sono riusciti a far ravvedere i dirigenti scolastici dall'utilizzo di applicazioni di messaggistica istantanea da utilizzare in modalità videochat di gruppo. Questi infatti non tutelano la sicurezza (login) e la privacy, e avrebbero messo in cattiva luce didattica e istituti. Due le situazioni da garantire per le scuole primarie e secondarie per una corretta didattica a distanza: una piattaforma per comunicazioni ufficiali, appello e implementazione di contenuti sia multimediali che testuali (sia da parte dei docenti che degli studenti) che è rappresentata dal registro elettronico (come Argo, Mastercom, Axios, Spaggiari) o da programmi aggiuntivi (come G-Suite, Edmodo, Moodle) e una piattaforma per la formazione di classi virtuali per poter fare lezione in diretta e magari anche interrogare (come Google ClassRoom, WeSchool). Le Università invece hanno la forza dell'e-learning che sperimentano già da tempo, con implementazioni di corsi e sperimentazione di classi virtuali.


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«I social network e la messaggistica istantanea dovrebbero essere banditi per ogni forma di didattica a distanza». Ne sono convinti tutti i docenti delle scuole superiori, che sui forum si scambiano esperienze e avanzano perplessità su alcuni metodi attuati in seguito alla sospensione della didattica in presenza in atto fino al 15 marzo ma che potrebbe durare ancora per molto. «Il mio ds ha inviato una circolare con scritto che i docenti che volessero, o ne fossero in grado, potrebbero arrivare modalità di lezione a distanza per mail, whatsapp e altri canali. Si commenta da sola» scrive una docente mentre un'altra ricorda «ma fino a pochissimi anni fa non giravano circolari minacciose che vietavano categoricamente i contatti privati sui social tra studenti e insegnanti, addirittura con minaccia di licenziamento? Adesso si incoraggiano gli insegnanti a scambiarsi allegramente numeri di telefono privati con gli alunni e a impazzare insieme a loro su gruppi whatsapp e profili facebook aperti a titolo personale, e che già usano per la vita privata?».
 

Il timore è che gli studenti con quei video possano farci di tutto e qualcuna ricorda casi riportati dalla cronaca degli ultimi anni o utilizzarli con Deepfakes per crearne di altri finti. «Attivare una webcam a casa propria e collegarsi con 30 minorenni che dal tuo video potrebbero fare le peggio cose è istituzionale?» si chiede una docente. Senza contare i propri numeri di cellulare personali divulgati per comunicare con WhatsApp, il che porrebbe anche questioni di appropriatezza, sia per docenti delle superiori che per quelli universitari, alla luce anche dei presunti casi di molestie in Accademia delle Belle Arti avvenuti proprio con la messaggistica su cui sta indagando la Procura. Per questo all'Università Federico II si sperimenta la piattaforma Teams, testata anche da Parthenope che da oggi offre anche lezioni in streaming e/o differite attive sul canale e-learning, mentre Suor Orsola Benincasa e l'Orientale stanno studiando piattaforme per le lezioni online. Alla Vanvitelli, invece, da oggi sedute di laurea via Skype.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino