Coronavirus, la rete dei rifugiati in Campania: «Le isituzioni ci aiutino»

Coronavirus, la rete dei rifugiati in Campania: «Le isituzioni ci aiutino»
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Io resto a casa.  Lo slogan simbolo dell’emergenza è ormai un mantra impresso nei pensieri di tutti gli italiani. E lo è ancora di più per chi è stato costretto a lasciare il proprio Paese e ha trovato accoglienza a Napoli e in Campania. Sono i rifugiati e i richiedenti asilo ospitatati dalla rete Sprar del territorio e accolti in strutture gestite da Less impresa sociale.


«Per tutti i soggetti svantaggiati e fragili questi sono momenti complicati, i ragazzi stanno vivendo questa cosa con grande preoccupazione - racconta il direttore di Less, Giulio Riccio -  loro vengono da paesi in cui le epidemie hanno conseguenze severe per cui da parte loro c’è grande attenzione alle norme igieniche».

La cooperativa ospita solo a Napoli 74 persone, tra cui 15 donne e 59 uomini, che hanno trovato un tetto in una delle 14 residenze della città. A questi si aggiungono altri 53 accolti ad Afragola, mentre 20 sono i migranti che vivono sull’isola di Procida. Per un totale di 147 beneficiari in tutta la Campania. «Lavoriamo per scelta con strutture a numeri molti piccoli, quindi le distanze di sicurezza sono garantite - dice Riccio - abbiamo fatto un programma straordinario di sanificazione, concordato anche con l’amministrazione comunale e con la Prefettura, e ovviamente si fa molta informazione, soprattutto verso i soggetti vulnerabili che sono più esposti al rischio».
 
Al momento all’interno della rete di accoglienza non si è registrato nessun caso di contagio, ma la guardia rimane molto alta. «In linea di massima i ragazzi godono di buona salute - spiega il direttore - ma abbiamo persone affette da malattie croniche e su quelli c’è bisogno di un monitoraggio costante».
 
E’ da questa necessità di controllo permanente che Riccio lancia un appello alle istituzioni, in particolare all’organo che rappresenta il governo sul terriorio. «Mentre con l’amministrazione comunale c’è un filo diretto e costante, la stessa cosa non si può dire della Prefettura di Napoli. Abbiamo bisogno di più attenzione». Il direttore chiede inoltre di «rimediare rapidamente ai giganteschi ritardi di pagamento accumulati nei confronti dei servizi di accoglienza straordinaria gestiti dalla cooperazione sociale».  «In questo momento così difficile – sottolinea - evitiamo ogni forma di polemica e di strumentalizzazione, ma abbiamo bisogno di un sostegno concreto per continuare il nostro lavoro nel migliore dei modi, nell’interesse dei ragazzi, delle ragazze, delle famiglie in accoglienza».

Una risposta concreta per consentire «di riconoscere in modo regolare lo stipendio a chi lavora - continua Riccio - di approvvigionarci in modo continuo dei presidi di sicurezza indispensabili a gestire un servizio come il nostro nel pieno di un epidemia. Grande partecipazione emotiva è arrivata invece dalla popolazione, che ha dimostrato la propria vicinanza ai migranti attraverso messaggi ricevuti dalla cooperativa quasi quotidianamente. 


E per far fronte alla sospensione delle attività di contatto con il pubblico e di laboratorio, Less onlus ha deciso di sperimentare uno sportello online lanciato nei giorni scorsi sui canali social dell'impresa sociale. Una guida per stranieri contro il coronavirus realizzata in più lingue grazie al contributo di diversi mediatori culturali. «Lo sportello è un modo rapido per essere contattati  - conclude Riccio -  ma rimaniamo a disposizione anche fisicamente, con le dovute precauzioni, per tutti gli stranieri ma anche per gli italiani che avessero difficoltà».   Leggi l'articolo completo su
Il Mattino