Con nessun accesso, due turni infermieristici, medici specialisti ambulatoriali (pneumologi e allergologi) si è conclusa ieri la prima giornata di attività del Covid...
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I NODI
Nel fine settimana è stato almeno sciolto il nodo dei bagni per i degenti, Wc che mancavano in quanto la concezione originaria prevedeva 72 posti di terapia intensiva interamente dedicati a pazienti intubati e dunque non ve ne era bisogno. Il Covid center tornerà probabilmente utile in autunno come risorsa quando all’infezione da Covid potrebbe sovrapporsi l’epidemia di influenza stagionale. Da sciogliere, oltre ad alcuni nodi strutturali, ci sono quelli del personale. Il reclutamento dei volontari dai vari servizi ambulatoriali, attuato dalla Asl in una prima fase, ha dato luogo alla risposta positiva di una decina di camici bianchi di varie specialità, provenienti dal Loreto Crispi, dal presidio di Barra e da alcuni distretti. In realtà a fronte della responsabilità di gestire pazienti in area critica, della mancanza di un tutoraggio reale e della incongruente specializzazione di alcuni medici (tra i turnisti c’è anche una neonatologa) molti di questi sono destinati a tornare nei servizi di appartenenza. Intanto dal prossimo giovedì, o al massimo venerdì, al Covid center di Napoli est è previsto l’avvio dei turni degli anestesisti: su questo fronte il manager Ciro Verdoliva ha agito con ordini di servizio che prevedono, a rotazione, turni di un paio di anestesisti provenienti dai vari ospedali della Asl (San Paolo, Pellegrini, Barra, San Giovanni Bosco) con il rischio però di sguarnire dotazioni già all’osso.
I SINDACATI
Non mancano i malumori espressi nei giorni scorsi in un articolato documento firmato dall’intersindacale della dirigenza medica - eccetto la Uil - che oltre a puntare il dito sulla sottrazione del Loreto Mare alla rete assistenziale ordinaria guarda con la massima attenzione alla nuova fase di ripresa e di adeguato contrasto a recidive epidemiche ricordando che oltre che nelle case di riposo i maggiori focolai epidemici si sono rilevati nei domicili e negli ambienti sanitari. Potenziamento dell’assistenza territoriale, sorveglianza attiva, tamponi tempestivi, presa in carico dei pazienti, l’attivazione di adeguati percorsi nelle strutture ospedaliere». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino