«Carissimi sacerdoti, anche noi - celebrando questo insolito Giovedì Santo - siamo chiamati per vocazione a farci pane per le nostre comunità, a chinarci sulle...
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È quanto ha scritto l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, che sta celebrando, a porte chiuse, la funzione del giovedì santo nella cattedrale di Napoli. «Ciò che ci rende sacerdoti è la misura della nostra donazione.
«Ci sentiamo sommersi da un'ondata di sofferenza, che in maniera inattesa è arrivata a sconvolgere le nostre famiglie, le nostre comunità, il nostro modo abituale di vivere. Davanti ai nostri occhi vediamo sfilare innumerevoli immagini di ospedali stracolmi di ammalati, strutture sanitarie sull'orlo del collasso, file interminabili di bare condotte anonimamente alla sepoltura», ha aggiunto l'arcivescovo di Napoli.
«Eppure, in questo fosco quadro d'insieme, non mancano uomini e donne che si sono interamente votati a soccorrere vite umane, ad alleviare pene e disagi, a sostenere la comunità umana nelle sue necessità. Medici, infermieri, ausiliari stanno dando il meglio di loro stessi: senza vantarsi, senza risparmiarsi. Un'onda di generosità e di altruismo veramente edificante», ha concluso il cardinale Sepe. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino