Coronavirus, medici in malattia al Cardarelli di Napoli, il manager: «Sono solo 33 dottori»

Coronavirus, medici in malattia al Cardarelli di Napoli, il manager: «Sono solo 33 dottori»
«Sono in totale 33 e non 249 i medici del Cardarelli, su 739 di cui 16 nei dipartimenti assistenziali e 17 nel dipartimento di emergenza e accettazione (pronto soccorso che...

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«Sono in totale 33 e non 249 i medici del Cardarelli, su 739 di cui 16 nei dipartimenti assistenziali e 17 nel dipartimento di emergenza e accettazione (pronto soccorso che fronteggiano anche il Covid 19). Di questi ultimi 4 sono affetti da patologie croniche e 4 positivi al tampone per il Covid 19 in isolamento fiduciario in base alle disposizioni di sorveglianza sanitaria prevista dal decreto del governo per fronteggiare l'emergenza epidemiologica. 

Gli altri 9 sono ammalati per il Covid 19».
 

Dopo l'intera mattina passata a verificare negli uffici amministrativi i numeri reali della presunte situazioni di assenteismo e di ingiustificate assenze per malattia del personale medico denunciate dal diprettore del dipartimento di emergenza del Cardarelli sui social, il manager del Cardarelli Giuseppe Longo smentisce con un video le accuse di assenteismo dei medici. Sugli altri profili sanitari sono in corso le indagini e gli approfondimenti del caso.

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Con il video messaggio il direttore generale del Cardarelli intende fare luce sulla realtà assistenziale e lavorativa del Cardarelli riservandosi altre azioni a tutela e difesa del lavoro dei suoi dipendenti e del buon nome dell'azienda ospedaliera. «Il diretto interessato, il medico protagonista della denuncia, non rilascia invece ulteriori dichiarazioni ufficiali ma trapela che starebbe per mettersi in ferie per alcuni giorni a causa dello stress e della stanchezza accumulati negli ultimi giorni. Giorni di  tensione, dopo i ripetuti allarmi serpeggiati al Cardarelli dove una dozzina di primari del padiglione emergenza sono risultati positivi al coronavirus e alcuni di essi anche ricoverati in serie condizioni. Sono ripetute le chiusure e aperture dei reparti per le sanificazioni nelle corsie che si sono succedute negli ultimi giorni dove si sono registrati vari casi di positività al Covid-19 anche in pazienti ricoverati nello steso reparto Utic diretto dal dirigente medico che ha lanciato le accuse».
 
«Ciononostante - avverte un operatore del pronto soccorso del più grande ospedale del Mezzogiorno - non siamo nè traditori nè vigliacchi ma tutti qui in trincea giorno e notte con mezzi di protezione inadeguati forniti dalla Protezione civile, a svolgere il nostro dovere fino in fondo. Siamo non solo amareggiati ma ci sentiamo calunniati da chi ha voluto dipingere una realtà che è esattamente opposta a quella rappresentata. Medici e operatori di questo ospedale sono un esempio di dedizione e professionalità. Nessuno può permettersi di infangare il nostro lavoro in questo modo, quanto detto e quanto in queste ore viene rilanciato da tutti i media nazionmali non corrisponde assolutamente al vero, alla realtà del nostro lavoro quotidiano che prestiamo per questa azienda e per i cittadini malati. È il decreto stesso del governo a stabilire che situazioni di precarietà di salute vanno autodenunciate astenendosi dal lavoro. Qui ci sono uomini e donne, medici e infermieri fino all'ultimo degli operatori che si stanno facendo in quattro per reggere le sorti della Sanità e di questo ospedale per gravi patologie che continuano a verificarsi nonostante l'emergenza Coronavirus».


Con le lacrime agli occhi e la voce rotta dall'emozione altri medici al telefono, sostenuti dai relativi sindacati, vorrebbero gridare quanto ingiuste sentano le accuse piovute addosso al Cardarelli e al suo personale sanitario i questo momento di grande difficoltà che vede tutti in prima linea a rischio della propira salute. «Siamo pronti a denunciare e perseguire in tutte le sedi il danno che ci viene arrecato con accuse infondate - avverte un sindacalista che non vuole aggiunge altro - posso solo dire che vedo anche infermieri al mio fianco nei turni di lavoro che con l'affido dei figli a carico per separazoni e divorzi li lasciano a casa e vengono qui a lavorare anche oltre l'orario del turno di lavoro per garantire il presidio di salute che questo ospedale modello rappresenta per tutta la Sanità campana. Se c'è qualcuno, e sono poche unità, in malattia è perché una circolare ha consigliato a tutti coloro che sono convalescenti, diabetici, affetti da malattie croniche e invalidanti, di astenersi dal lavoro onde evitare di diventare un problema ulteriore in caso di contagi. Tutte posizioni certificate e documentate fino a prova contraria che si contano per non più di una trentina di casi che assommano all'1% assolutamente fisiologico in un'azienda che conta oltre 3000 dipendenti».

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Alcuni invocano provvedimenti esemplari a fronte di un danno d'immagine irreparabile. «Difenderemo in tutte le sedi l'onorabilità di questa istituzione sanitaria modello della sanità non solo campana - dicono altri camici bianchi in prima linea nei vari reparti del dipartimento di emergenza - siamo oggetto di un linciaggio mediatico inaccettabile e senza precedenti, immotivato e per colpa di un nostro collega che senza alcuna prova ne giustificazione ha gettato fango sul nostro lavoro. Non ci stiamo. Se sarà provato che quello che viene rappresentato non è vero ne chiediamo le dimissioni. Sparare a zero su facebook numeri a caso e accuse inforndate non può essere tollerato. Siamo arrabbiatissimi. Io personalmente sto lavorando da giorni e non dormo la notte e non ci sto a essere considerato un vigliacco tantomeno un traditore. Chi mi indica così fa un torto che personalmente e sindacalmente intendo perseguire in tutte le sedi».


«Esprimo a nome mio personale e di tutta l'associazione il massimo sostegno ai colleghi dell'ospedale Cardarelli di Napoli che da anni sono in trincea». Ad affermarlo è Vincenzo Bottino, vicepresidente nazionale dell'Acoi - Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, che aggiunge: «In questo momento, tutto serve tranne che le divisioni. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris si scusi pubblicamente e venga nei reparti a vedere di cosa abbiamo bisogno invece di definirci vigliacchi da licenziare». «Respingiamo al mittente tutte le critiche che ci sono piovute addosso prosegue - Come ha già avuto modo di spiegare la direzione sanitaria del Cardarelli, i medici in malattia sono 33 e non 249 come emerso da notizie di stampa». «Da sempre denunciamo le gravi carenze in cui sono costretti ad operare. Solo oggi, con una pandemia in atto, ci si ricorda del ruolo insostituibile dei medici e di tutto il personale sanitario. Fino a ieri - conclude - eravamo bersaglio delle più efferate aggressioni in corsia e nei Pronto Soccorso per non parlare delle numerose liti temerarie contro la classe medica».
 
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Il Mattino