Coronavirus a Napoli, attivato il termoscanner al carcere di Poggioreale

Coronavirus a Napoli, attivato il termoscanner al carcere di Poggioreale
Due videochiamate a settimana per continuare ad avere contatti con i propri cari, fornitura di detergenti disinfettanti per l'igiene all'interno delle celle e di...

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Due videochiamate a settimana per continuare ad avere contatti con i propri cari, fornitura di detergenti disinfettanti per l'igiene all'interno delle celle e di mascherine e guanti per il personale della Polizia Penitenziaria, installazione di uno scanner termico all'ingresso dell'istituto, a tutela dei detenuti e di tutto il personale. Sono alcuni dei provvedimenti - informa Gnewsonline, il quotidiano del ministero della Giustizia - decisi dalla direzione dell'istituto di Napoli Poggioreale e che hanno seguito la visita del Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà per il Comune di Napoli, Pietro Ioia, che ieri ha anche incontrato una rappresentanza dei detenuti.


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«Il direttore Carlo Berdini si è dimostrato determinato nell'ascoltare le istanze e le preoccupazioni dei detenuti», ha affermato al termine Ioia, prendendo atto delle misure decise dalla direzione dell'istituto, che ha anche rassicurato i familiari dei reclusi circa l'espletamento, all'interno della struttura, dei protocolli ASL di contenimento del contagio (come il triage per i nuovi giunti), nonché la predisposizione di appositi spazi attualmente liberi, in vista di eventuali futuri casi di contagio. Il Garante ha riferito anche che i detenuti si sono mostrati consapevoli della necessità delle misure governative anti-contagio in seguito alle quali sono stati sospesi i colloqui con i familiari. Oltre a condannare le proteste violente che lo scorso 8 marzo hanno procurato danni per un milione di euro all'istituto, Ioia ha riferito che in molti hanno espresso il desiderio di donare sangue, (disponibilità fornita anche da alcuni detenuti del carcere di Regina Coeli a Roma) organizzare raccolte di fondi o contribuire alla fabbricazione di mascherine sanitarie «per offrire il loro contributo alla società civile nella lotta al covid-19».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino