Castellammare: cambiano ancora i giudici, terzo stop al processo a Cesaro

L'udienza era stata anticipata ad oggi per evitare la prescrizione. Fascicolo di nuovo al presidente del tribunale

Castellammare: cambiano ancora i giudici, terzo stop al processo a Cesaro
Altri due giudici si astengono, terzo stop al processo in cui sono imputati gli ex parlamentari di Forza Italia Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo. Stamattina, altri due...

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Altri due giudici si astengono, terzo stop al processo in cui sono imputati gli ex parlamentari di Forza Italia Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo. Stamattina, altri due giudici del tribunale di Torre Annunziata si sono astenuti perché hanno già giudicato uno degli imputati. Si tratta dell'imprenditore del latte Adolfo Greco, in passato ritenuto uomo di fiducia del superboss Raffaele Cutolo, condannato in primo grado a otto anni di reclusione proprio da quei giudici per due episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso. 

Il presidente di collegio Antonio Fiorentino (a latere Silvia Paladino e Luisa Crasta) ha trasmesso nuovamente il fascicolo al presidente del tribunale di Torre Annunziata, Ernesto Aghina, per l'assegnazione del processo ad un altro collegio. Nei mesi scorsi, dopo il rinvio a giudizio dei nove imputati, la Procura di Torre Annunziata aveva chiesto l'anticipazione dell'udienza (inizialmente fissata al 30 giugno) e un nuovo collegio proprio per l'astensione di altri giudici. Sulle accuse pende la prescrizione, che per alcuni reati è prossima. Il processo nasce nell'ambito del procedimento legato ai lavori mai iniziati al complesso dell'ex Cirio di Castellammare di Stabia, il cui progetto prevedeva la cancellazione dell'insediamento industriale dismesso e la realizzazione di centinaia di alloggi. 

Cesaro e Pentangelo sono accusati di corruzione per il ruolo da entrambi ricoperto di presidente della Provincia di Napoli (oggi Città Metropolitana). Con loro a processo, per difendesi dalle accuse, ci sono appunto l'imprenditore Adolfo Greco, la consorte Angelina Annita Rega, il progettista Antonio Elefante, il commissario ad acta nominato all'epoca dei fatti proprio dalla Provincia, Maurizio Biondi e tre funzionari dell'Agenzia delle Entrate.
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Il Mattino