Sarà il governo italiano a dover risolvere la scottante questione rom di Giugliano. È giunto sino alla Corte Europea dei diritti dell'uomo il caso dei 450 rom...
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Ma facciamo un passo indietro. La questione rom parte da lontano. La comunità in questione ha sempre vissuto nella zona Asi fin quando non furono allontanati e iniziarono a vagare per il territorio cittadino. La soluzione fu la costruzione di un campo a Masseria del Pozzo, di fianco una discarica, che poi fu chiuso per motivi sanitari. Ed è in quel momento che i 450 rom si stabilirono nel campo sgomberato dieci giorni fa. Un terreno di proprietà privata che prima del loro arrivo era una ex fabbrica di fuochi d'artificio dove scoppiò un incendio. Intanto, negli anni si è continuato a discutere di «emergenza rom». L'alternativa individuata nel 2016 da Ministero dell'Interno, Regione e Comune fu quella di costruire un ecovillaggio in zona Ponte Riccio che prevedeva moduli abitativi e percorsi di inclusione. Soldi stanziati, varianti approvate: l'iter sembrava andare spedito. Poi improvvisamente il progetto svanì: i fondi destinati non bastavano. Quel piano venne osteggiato sin da subito dal centrodestra cittadino che raccolse le firme per indire un referendum. Il caso arrivò anche nelle aule dei tribunali. Lo scorso aprile, al momento dell'annuncio dello sgombero in consiglio comunale, il sindaco Antonio Poziello mise al corrente l'aula anche della volontà di utilizzare parte dei fondi previsti per l'ecovillaggio per politiche di integrazione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino