Bomba carta nel centro storico di Napoli: «Pista anarchica non esclusa»

Sull'episodio indagano il Nucleo investigativo, l'aliquota antiterrorismo e il Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei carabinieri

Una bomba carta nel centro storico di Napoli
La galassia anarchica si fa di ora in ora più minacciosa, aggressiva ed estende i suoi tentacoli anche a Napoli. Sebbene non arrivino conferme ufficiali dagli...

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La galassia anarchica si fa di ora in ora più minacciosa, aggressiva ed estende i suoi tentacoli anche a Napoli. Sebbene non arrivino conferme ufficiali dagli investigatori, c'è il concreto sospetto che la bomba carta fatta brillare ieri mattina poco prima delle 13 nel cuore del centro storico di Napoli possa essere ricondotta alla strategia della tensione scatenata in Italia e in altre nazioni da chi protesta contro il 41 bis imposto ad Alfredo Cospito.

Lo conferma l'attenzione investigativa rivolta all'episodio: sull'episodio indagano il Nucleo investigativo, l'aliquota antiterrorismo e il Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei carabinieri.

Il boato improvviso è stato avvertito per centinaia di metri, facendo tremare anche le vetrate degli uffici della Posta Centrale, che si trova tra piazza Matteotti e via Monteoliveto, a poche decine di metri - peraltro dalla Questura e dal comando provinciale dei carabinieri.

Indagini a tutto campo, sebbene si privilegi la pista precisa che porta agli ambienti della galassia antagonista. Sorprende tuttavia la scelta degli attentatori di posizionare l'ordigno - che fortunatamente non ha provocato né vittime, né feriti e nemmeno danni a cose - in un luogo non solo sempre molto trafficato, ma nel quale è presente anche una fitta rete di sistemi di videosorveglianza. E proprio dall'analisi dei fotogrammi che sono adesso all'attenzione degli inquirenti (al lavoro ci sono ovviamente, accanto ai carabinieri, anche gli agenti della Digos della Questura partenopea) potrebbero giungere elementi importanti e utili alla identificazione dei responsabili.

Ma quella di ieri è stata un'altra giornata contrassegnata da fibrillazioni e timori. Appare ormai chiaro che i gruppi che fanno riferimento agli ambienti organizzati anarchici abbiano messo a punto una vera e propria strategia su vari piani convergenti, in Italia e all'estero.

E sono scenari opachi, se non foschi, quelli che fanno capolino all'orizzonte. All'esterno dell'Università romana della Sapienza - dove la Facoltà di Lettere è stata anche occupata - le facce di Sergio Mattarella, Marta Cartabia, Carlo Nordio, Giorgia Meloni sono comparse su manifesti affissi sui muri. Su quei manifesti si legge: «Ecco chi sono gli assassini di Alfredo Cospito». 

Dai boatos rilanciati dagli anarchici viene anticipata una mobilitazione anche in altri Stati. In serata, in piazza Duca d'Aosta, a Milano, nuovo presidio di un centinaio di persone che manifestano per Cospito.

Durante il corteo di ieri sera a Milano fumogeni sono stati lanciati contro i fotografi ed un cameraman, dipendente di un service legato a Mediaset, è stato colpito alla testa da un razzo riportando una lieve ferita. 

Scene che potrebbero ripetersi anche nelle prossime ore in occasione degli altri due appuntamenti annunciati per oggi: un presidio davanti al carcere di Opera dove è detenuto Cospito, e un corteo non autorizzato che partirà da piazza Vittorio, a Roma. Milano e Roma dunque saranno due città blindate. Tuttavia nessun corteo è stato autorizzato e pertanto ai mille partecipanti secondo le stime delle forze dell'ordine saranno contrapposti altrettanti tra agenti di polizia, carabinieri e militari della guardia di finanza. Iniziative sono previste anche in altre città, tutte monitorate dalle forze di polizia. Intanto su Rivoluzione Anarchica, uno dei siti di riferimento dell'area, è stato diffuso un appello a tutti «gli individui, i gruppi, le organizzazioni e i collettivi», ad organizzare, nei propri territori, una mobilitazione davanti le ambasciate italiane «per fare pressione sullo Stato italiano e sui carnefici di Alfredo».

Ma gli allarmi che oggi tornano attuali erano stati in realtà già diffusi dai nostri Servizi: l'intelligence aveva messo in guardia, nell'ultimo rapporto al Parlamento, sugli «appelli alla sovversione» che «si sono rilevati pure attraverso la diffusione su internet di documenti riportanti dati circostanziati sugli obiettivi da colpire e indicazioni operative su alcune tra le più insidiose attivazioni anarchiche, come il sabotaggio d'infrastrutture, specie delle telecomunicazioni e di linee ferroviarie». 

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Il Mattino