Vico Equense. Ha compiuto trent'anni la processione degli incappucciati viola organizzata dall'Arciconfraternita dell’Assunta ed è la più giovane della...
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«La processione per noi rappresenta il cammino di fede - spiega il priore dell'Arciconfraternita Antonio Guida - condotto con un cappuccio che simboleggia la penitenza. Cerchiamo di immedesimarci in quello che è stato il calvario di Gesù». Il corteo racchiude tutti i passaggi della passione di Cristo. «Si inizia dall'orto degli ulivi, poi il sinedrio, il calvario e la crocifissione - continua il priore - con simboli quali la lanterna, l'orecchio, il coltello, la colonna, le fruste, il cosiddetto schioppo, la scala, i chiodi, il martello». A comporre il corteo, oltre ai processionanti, il coro delle voci bianche e il gruppo del miserere. I 600 incappucciati dal Castello Giusso, luogo dove la Vergine ha incontrato il Figlio morto, si sono mossi lungo via Monsignor Natale, corso Filangieri, via San Ciro, piazza Marconi, via Caccioppoli, via Santa Sofia, via Nicotera, Santa Maria del Toro per poi inserirsi di nuovo lungo corso Filangieri e raggiungere la piazza, corso Umberto, attraversare il parco «Aranceto», salire lungo via Cortile e quindi tornare al centro cittadino scendendo lungo via Raffaele Bosco, via Roma e fare rientro nella cattedrale della Santissima Annunziata.
«L'essere cerimoniere e, in generale, il partecipare a una processione, significa vivere la Pasqua in penisola sorrentina - afferma Salvatore Savarese, cerimoniere - Per noi la Pasqua comincia il giorno delle ceneri quando si cominciano a tirare fuori i lapioni e tutti i simboli della passione di Cristo, preparare le lance, mettere a posto i vestiti. Far parte del corteo ha un significato profondo, che ognuno vive secondo le proprie emozioni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino