Covid a Napoli, i disegni dei bambini: «Virus, vai via e lascia spazio al sole»

Covid a Napoli, i disegni dei bambini: «Virus, vai via e lascia spazio al sole»
Virus con il termometro e la borsa di acqua fredda sulla testa, mostri colorati di verde e di rosso, bottigliette di Amuchina, nuvole nere che incombono su prati fioriti e manine...

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Virus con il termometro e la borsa di acqua fredda sulla testa, mostri colorati di verde e di rosso, bottigliette di Amuchina, nuvole nere che incombono su prati fioriti e manine strette una con l'altra come a volersi proteggere. Ma anche margherite e papaveri, alberi, prati - qualcuno ha pensato perfino al mare e alla spiaggia - e poi caramelle, bambole e cuoricini uno accanto all'altro. Eccolo qui il mondo della pandemia colorato dai bambini, l'anello più fragile della catena, imprigionati per mesi fra le mura di casa, con il desiderio di uscire, guardarsi intorno, incontrare gli amici e scoprire nuovi giochi. Hanno tra i 4 e i 12 anni - scuola a singhiozzo, mascherine a coprire bocca e naso e massima allerta - si sono ritrovati a vivere un incubo senza sapere ancora quando finirà. 

«È vero che il Coronavirus fa ormai parte della nostra vita, ma non dobbiamo preoccuparci. Lottiamo insieme per sconfiggerlo e prima o poi andrà via»: lo scrive Antonia, 10 anni, nel suo Raggio di speranza, il disegno a matita di un grande sole che sorride alla terra e strizza l'occhio alla luna mentre il virus è finalmente in fuga. La piccola è ospite del Campanellino, una comunità educativa a dimensione familiare, che accoglie bambini di età compresa tra i 4 e i 13 anni, italiani ma anche stranieri, segnalati dai servizi sociali o dall'autorità giudiziaria. Qui, nel tentativo di esorcizzare la malattia, ma anche nel segno di una maggiore conoscenza e consapevolezza, le operatrici hanno chiesto ai loro ospiti di raccontare l'epidemia con un disegno. Quel che è venuto fuori è un insieme di emozioni forti che trasmettono angoscia e paura ma anche tanta speranza e voglia di tornare finalmente a vivere. Lo stesso hanno fatto - nei reparti pediatrici del Policlinico Nuovo (diretto da Ciro Esposito) e del Monaldi - le giovani e tenaci volontarie della Spa, la Società per Amore fondata dalla napoletana Anna Di Biase

Un gruppo di amici, come amano definirsi, che si allarga a macchia d'olio grazie a una solidarietà contagiosa che, anno dopo anno, mette insieme sempre più persone. Uno solo l'obiettivo: aiutare chi si trova in difficoltà. E da quando è arrivato il Covid per Anna Di Biase e il suo gruppo non c'è tregua. Dalla consegna delle spese alimentari alle famiglie più bisognose - o a chi ha contratto il virus e vive in solitudine - alla distribuzione dei pasti a chi non ha casa, fino alle mense settimanali organizzate in varie chiese della città. Ora, con la collaborazione dei medici, hanno raccolto disegni, e tanti piccoli pensieri, sul tema del Covid. E così sono venute fuori immagini straordinarie e incredibili: farfalle che si trasformano in streghe, supereroi, grandi virus trafitti da siringhe di vaccino, arcobaleni, cuori e draghi che sputano fuoco: «La fantasia non gli manca di certo. È la stessa che ritroviamo anche nelle letterine indirizzate a Babbo Natale che raccogliamo prima delle feste per comprare loro i regali. - commenta Anna Di Biase - Alcuni disegni sono davvero molto belli, purtroppo traspare la paura e il clima di preoccupazione che respirano da troppo tempo. E però - va detto - se da un lato il disagio è forte, dall'altro i bambini esprimono tanta speranza. Guardando le loro piccole opere - aggiunge la Di Biase - vedo ottimismo e fiducia. Sono molto più forti di quello che pensiamo e hanno mille risorse da tirar fuori». 

Giulia, 11 anni, nel suo disegno, scrive solo due parole: Stop Corona. Lo fa usando un pennarello nero e riportando la frase in maiuscolo come a voler gridare tutta la sua rabbia nei confronti di un nemico invisibile che le ha già rubato un pezzo di infanzia. Poi c'è quello di Aurora, una dolcissima bimba di 10 anni che vive grazie al berlin heart, un dispositivo meccanico che sostituisce il suo cuore malato in attesa del trapianto. Aurora è ricoverata al Monaldi - nel reparto diretto da Andrea Petraio - e lì rimarrà fino a quando non toccherà a lei. Il suo disegno è straziante: «Accanto all'immagine del virus - racconta la Di Biase, che con la sua Spa segue da vicino le vicende della piccola - Aurora ha disegnato un cuore che ride. E questo è il suo sogno: tornare a una vita normale, di nuovo in salute e senza Covid». 

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Il Mattino