Covid a Napoli, il medico di famiglia denuncia: «Ho in cura 181 no vax, tutti ricchi e ben istruiti»

Covid a Napoli, il medico di famiglia denuncia: «Ho in cura 181 no vax, tutti ricchi e ben istruiti»
Quasi 50 mila napoletani con più di 50 anni non sono vaccinati e continuano a sfidare a mani nude il rischio di un'infezione dovuta a Sars-Cov-2. Chi sono questi...

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Quasi 50 mila napoletani con più di 50 anni non sono vaccinati e continuano a sfidare a mani nude il rischio di un'infezione dovuta a Sars-Cov-2. Chi sono questi cittadini tra l'altro tenuti per legge all'obbligo vaccinale? Quali le ragioni che li hanno tenuti finora lontani dalla puntura? Il polso viene tenuto quotidianamente dai medici di medicina generale. In quest'ultimo anno questi camici bianchi sono stati impegnati in prima linea sia per i tamponi di inizio e fine isolamento sia nelle punture a studio e a domicilio ma anche nell'opera costante di convincimento degli indecisi. Saverio Annunziata è tra questi, studio in via Vittoria Colonna, tra i suoi 1.500 assistiti conta 963 persone che hanno effettuato la dose booster, 278 che hanno concluso il primo ciclo di vaccinazioni con due dosi, 52 con all'attivo una sola dose e 181 a zero. Di questi ultimi 80 hanno più di 50 anni e dunque nonostante l'obbligo hanno disertato la profilassi vaccinale.

Dottore Annunziata chi sono i suoi pazienti non vaccinati?
«Se guardiamo alle fasce più giovanili si tratta di persone che tendono a considerare il rischio di un contagio un'ipotesi remota ma lo scenario cambia decisamente per quelli più adulti che hanno convinzioni e abitudini più radicate e strutturate».

Appunto: qual è l'identikit degli ultra 50enni che evadono l'obbligo tra i suoi assistiti?
«La tipologia più comune è quella del soggetto di cultura medio elevata, appartenente a un ceto sociale di persone affermate nel lavoro. Parliamo di imprenditori, insegnanti, professionisti, anche solo benestanti che gestiscono il patrimonio di famiglia».

Come mai dicono no al vaccino?
«Ordinariamente sono persone che non ricorrono mai alle cure mediche allopatiche ma generalmente si rivolgono con una certa consapevolezza alle pratiche di medicina alternative o integrativa, come l'omeopatia, lo yoga, curano l'alimentazione, lo stile di vita, sono cultori del bio. Insomma anche correttamente orientate alla prevenzione. Il medico di famiglia non lo consultano quasi mai se non appunto per esigenze burocratiche. Praticano invece con sistematicità e convinzione altre discipline che non coprono evidentemente tutta la pratica clinica e tutte le patologie».

E la vaccinazione? In fondo si tratta di prevenzione.
«La profilassi vaccinale viene vista come qualcosa che va a turbare un equilibrio oltre che una loro convinzione. Si tratta di soggetti che hanno indugiato a lungo, meditando troppo, molti solo per inerzia, altri per le solite errate convinzioni ideologiche. Su questi ultimi ho lavorato con un'azione di convincimento ma la maggioranza tira a dilazionare a oltranza la data della vaccinazione. Uno zoccolo duro è poi inamovibile nella propria convinzione. Va infine contata una piccola porzione che da non vaccinati ha avuto il Covid in questa ultima ondata e dovrà conseguire un green pass da guarito a cui dopo 5 mesi dovrà conseguire un'ulteriore dose di richiamo».

Quali sono le richieste più frequenti in relazione alla pandemia?
«Negli ultimi mesi la possibilità di un tampone per capire la natura di alcuni sintomi respiratori come la tosse, il mal di gola, la febbre, il raffreddore. Ciò per la corretta terapia. Quando il tampone è negativo in questi casi si prescrivono trattamenti sintomatici, poi le eventuali bronchiti sono curate con le terapie usuali».

E contro l'influenza i suoi pazienti si sono vaccinati?
«Si quest'anno ne abbiamo fatte molte, sono riuscito anche a convincere qualcuno di farla contemporaneamente all'antiCovid. Il rapporto col paziente è fondamentale. Ma con alcuni che disertano sistematicamente i nostri studi e si curano nei loro canali diventa difficile».

Com'è stata quest'ondata Omicron?


«Un totale caos che abbiamo provato con tutte le energie a governare. Lo straripare di casi tra positivi all'antigenico, al molecolare, contatti stretti, registrazioni in piattaforma, certificazioni, tamponi, sospetti, le vaccinazioni antinfluenzale e anti covid con in più la gestione ordinaria ci hanno impegnati duramente».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino