Covid in Campania, effetto varianti negli ospedali: verso il tutto esaurito in sub-intensiva

Covid in Campania, effetto varianti negli ospedali: verso il tutto esaurito in sub-intensiva
Non è un’impennata ma uno stillicidio quotidiano quello a cui si assiste da giorni: crescono costantemente i casi di Coronavirus in Campania, un aumento progressivo...

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Non è un’impennata ma uno stillicidio quotidiano quello a cui si assiste da giorni: crescono costantemente i casi di Coronavirus in Campania, un aumento progressivo ma i numeri dei positivi, e soprattutto dei sintomatici da ricoverare, progredisce lentamente senza disegnare ancora una curva esponenziale. Nonostante tutto negli ospedali iniziano ad avvertirsi i primi segni di stress. Nel fine settimana al Cotugno si è faticato per ricoverare nuovi pazienti, soprattutto di notte, e i nuovi arrivi, nel corso della mattinata, hanno trovato sistemazione in un letto di degenza. 

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Malati giunti col 118 e con mezzi propri e quasi tutti affetti da polmonite da Covid. Anche al Cardarelli e all’Ospedale del mare la situazione non è rosea, non si arriva ad avere la fila delle auto e delle ambulanze fuori dai pronto soccorso, ma c’è affollamento, e lo smaltimento dei pazienti in osservazione procede con molte difficoltà. Tutti temono la terza ondata, complice la diffusione della variante inglese di cui sono state trovate, in Campania, evidenti tracce nel 25 per cento dei tamponi analizzati dal Cotugno e dall’Istituto Zooprofilattico di Portici. L’unità di crisi anche ieri si è riunita per fare il punto della situazione. Il fiume dei malati si sta inesorabilmente gonfiando, e tutti sperano che non piova. È questa la metafora più adatta per descrivere lo scenario in cui si muove la rete assistenziale Covid della Campania. Lo stress maggiore si patisce nel territorio della Asl Napoli 3 sud ma è l’intera area metropolitana di Napoli ad essere in stato di massima allerta. Volendo tradurre tutto questo in numeri possiamo dire che la percentuale di saturazione dei posti letto oscilla dall’80 per cento verso il tutto esaurito soprattutto nelle unità di sub intensiva. I margini sono più ampi nelle terapie intensive. Molti pazienti sono anziani, hanno altre patologie pregresse, e quasi tutti bisogno di ventilazione. Anche se ci sono i posti di riserva da attivare, e le progressive riconversioni di intere corsie, la strada da percorrere prevede riorganizzazioni complesse. Un’eventuale nuova ondata di piena mette paura. 

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Al Cotugno su 300 posti disponibili solo in rianimazione c’è capienza. Le corsie viaggiano in equilibrio costante tra nuovi ingressi e dimissioni di pazienti, a volte ancora positivi, per liberare spazio. Il Cotugno sta dando una mano anche al Cardarelli che in pronto soccorso riceve molti casi. Qui i ricoverati sono passati dai 137 di sabato ai 144 di ieri e ci sono 7 posti liberi su 14 in terapia intensiva. La pressione sul pronto soccorso rimane intensa. Lo stesso scenario si registra all’Ospedale del mare dove, al pronto soccorso, nel fine settimana, c’è stato un vero e proprio assalto tra malati Covid e non Covid: aumentano i ricoveri e si inizia ad avere difficoltà a trovare posto in trasferimento nei reparti dove è satura la sub intensiva e c’è un solo posto in degenza. Al Loreto i posti si contano sulle dita di una sola mano. Anche al Policlinico collinare si è passati da un tasso di occupazione del 50 per cento di quattro giorni fa, al 75 per cento di ieri: un reparto è pieno, in un altro ci sono solo 2 letti vuoti su 14 disponibili, e nel terzo 4 su 14, mentre nelle unità intensive e di rianimazione i margini sono più ampi. A preoccupare è soprattutto la Napoli 3 sud: qui ci sono zone e centri ad elevata incidenza e si sta tentando di capire se sia implicata la variante inglese. «In aumento ci sono i casi che hanno complicanze respiratorie - avverte il direttore sanitario aziendale Gaetano D’Onofrio - anche perché i medici di famiglia gestiscono meglio i malati a casa e qui arrivano solo i casi più complessi». 

Ancora intasamenti in pronto soccorso, l’altra notte, a Castellammare dove ha riaperto il terzo piano con 8 posti che si aggiungono ai 14 occupati in Obi (in totale 22 ricoverati). Lavori in corso a Boscotrecase che in 2 o 3 giorni raddoppierà la capienza mentre hanno già aperto 11 posti letto al quarto piano, e altri 20 monitorati al secondo, passando da 22 a 52, più 8 unità di rianimazione e sono arrivati 3 medici in trasferimento da Torre del greco e 3 da Castellammare. Per gli infermieri c’è da attendere. 

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Il Mattino