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Su un punto i pediatri napoletani (ma non solo) sono tutti d’accordo: i bambini vanno assolutamente vaccinati e anche presto. È chiaro che si parla solo di quelli che rientrano nella fascia d’età dai 5 agli 11 anni per la quale - a partire dal giorno 15 - è previsto il via libera.
Nei giorni scorsi a lanciare l’allarme era stato il professore Roberto Berni Canani, docente di Pediatria dell’ateneo Federico II: «Dall’inizio di ottobre - aveva detto - il reparto Covid pediatrico del Policlinico è al completo. Occupati tutti i posti letto a disposizione dei bambini affetti dal virus».
Un trend in crescita - spiegava sempre il professore - e una maggiore incidenza della malattia proprio tra i cinque e i dieci anni. A ribadire la necessità di immunizzare subito anche i più piccoli, Francesco Raimondi, direttore della Neonatologia e della Terapia intensiva neonatale della Federico II. Ormai da mesi anche il suo reparto è pienissimo: non si fa in tempo a liberare un lettino che in poche ore è già occupato. Una emergenza prevista. L’apertura delle scuole era infatti un fattore di rischio molto concreto e ora l’unico modo per provare a tenere a bada il virus tra i banchi è quello di vaccinare il maggior numero di bambini. Da qui - spiegano i pediatri - l’importanza di una seria campagna di informazione per sollecitare i genitori e convincerli a non aver paura. Ma c’è dell’altro.
Il professore Raimondi rivolge un appello anche alle donne in gravidanza. Al Policlinico continua a crescere l’incidenza del virus proprio tra i bambini. Si tratta di neonati che sempre più spesso hanno uno o due mesi di vita e finiscono in terapia intensiva per problemi respiratori: il più piccolo attualmente ha appena trenta giorni. Si chiama “trasmissione orizzontale” e avviene quando i neonati entrano in contatto con genitori, o parenti, positivi al virus. «Casi molto diffusi - spiega Raimondi - soprattutto nelle famiglie non vaccinate. I sintomi sono particolarmente severi anche se per fortuna non gravissimi». Ma a correre i rischi più alti ci sono i prematuri, quelli che pesano meno di un chilo: le 25 incubatrici del reparto di Terapia intensiva neonatale del Policlinico sono piene ormai da mesi. Si tratta dei figli di donne non vaccinate e affette dal virus che i medici sono stati costretti a far nascere anzitempo per evitare rischi peggiori.
«Non hanno il Covid - spiega meglio il professore Raimondi - in quanto la trasmissione orizzontale è più rara.
A partire dallo scorso mese di settembre, merito della riuscita formula dell’”open day”, ogni giovedì mattina, l’azienda ospedaliera universitaria Luigi Vanvitelli apre le porte alle future mamme per vaccinarle in sicurezza grazie a un team di specialisti pronti a offrire assistenza e consulenza. In prima linea il professore Nicola Colacurci, ordinario di Ginecologia alla Seconda Università e presidente dell’Associazione ginecologi universitari italiani, in questi giorni a Sorrento per il congresso della Sigo, la Società italiana di ginecologia, sul tema “La ginecologia e le donne: oltre la pandemia”. Un meeting per fare il punto della situazione con i più grandi esperti provenienti da ogni parte d’Europa. «Non solo ribadisco l’invito alle donne a vaccinarsi, ma esorto anche quelle già immuni a tornare da noi per il richiamo: è indispensabile. Presto sarà pronto un documento della Sigo che ribadirà la necessità di fare prevenzione. Il vaccino - conclude il professore Colacurci - è il modo più efficace di proteggere la donna e il suo bambino dagli effetti del virus».
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