Covid a Napoli, al Cardarelli torna l’emergenza posti letto: il pronto soccorso «scoppia» di barelle

Covid a Napoli, al Cardarelli torna l’emergenza posti letto: il pronto soccorso «scoppia» di barelle
È sotto pressione il pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli dove non accenna a diminuire l’affollamento dei pazienti sistemati sulle barelle. Se da una parte,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

È sotto pressione il pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli dove non accenna a diminuire l’affollamento dei pazienti sistemati sulle barelle. Se da una parte, negli ultimi giorni, si sta registrando un andamento stabile dei ricoveri per Covid che si aggirano sulle 130 degenze in tutta la struttura, dall’altra l’impennata dell’assistenza riguarda soprattutto gli accessi nel pronto soccorso con una media tra i 150 e i 200 assistiti al giorno. 

Ieri sera, nel presidio collinare, c’erano 108 pazienti distribuiti tra 75 ricoverati nell’osservazione breve, che comprende un’area del ps e il reparto al piano superiore e 33 pazienti sulle lettighe tecniche del pronto soccorso.  

L’affollamento nel pronto soccorso del Cardarelli mostra il carico impegnativo dell’assistenza ordinaria in questo periodo ma, secondo alcuni comparti sindacali, mette in evidenza la necessità di «restituire al presidio la sua funzione primaria», come ha chiesto Franco Verde, coordinatore provinciale di Napoli per l’Anaao Assomed. «I cittadini, già provati dalla pandemia, vedono ritardata la prevenzione di assistenza ordinaria non Covid», ha affermato il sindacalista che punta al rafforzamento delle attività ambulatoriali e alla «delocalizzazione del reparto Covid ora nella week surgery, chiusa da quasi un anno che assorbiva il 45% degli interventi chirurgici a bassa e media intensità». Il braccio di ferro con l’azienda ospedaliera, nel caso dei Cobas è arrivato alla proclamazione dello stato di agitazione da parte del sindacato che ha inviato un lungo documento in Prefettura segnalando «la carenza del personale, aggravata dalla conversione dei reparti Covid» e, tra le altre cose, chiedendo «il ripristino del monitoraggio della salute dei dipendenti, la riattivazione immediata dello screening dei tamponi e dei test sierologici per il personale, sospesi dopo i vaccini». 

«La week surgery, è un’assistenza che abbiamo continuato a garantire attraverso i posti letto delle divisioni chirurgiche e, di fatto, i pazienti continuano ad essere operati con quel regime - assicura Longo -, è vero che si è persa l’identità di un reparto, in questa fase pandemica ma l’importante è fornire gli stessi servizi».

Anche sull’attività ambulatoriale, il manager assicura che pur essendoci stati alcuni ridimensionamenti, i servizi continuano con grandi numeri soprattutto per gli ambulatori di oncologia ed ematologia. Nel frattempo, i ricoveri Covid a Napoli, fanno registrare ancora numeri alti. Nei presidi Asl sono 185 i ricoverati e a questi si aggiungono 15 pazienti in Terapia Intensiva, 87 sono i degenti Covid al Policlinico federiciano e il Cotugno, è quasi saturo. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino