Covid a Napoli, il caso di Ilaria: «Multa di 400 euro per aver portato mio fratello disabile sul lungomare»

Covid a Napoli, il caso di Ilaria: «Multa di 400 euro per aver portato mio fratello disabile sul lungomare»
Quattrocento euro di multa per aver accompagnato il fratello disabile a vedere il mare, nonostante i divieti anti-Covid. Ilaria Mairo, 31 anni, il «trasgressore»,...

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Quattrocento euro di multa per aver accompagnato il fratello disabile a vedere il mare, nonostante i divieti anti-Covid. Ilaria Mairo, 31 anni, il «trasgressore», mostra il verbale compilato «ai sensi dell'articolo 4 del d.l. 25 marzo 2020 n. 19 convertito con modificazioni dalla legge 22 maggio 2020 n. 35».


Nell'accertamento della violazione amministrativa, si legge che lei «si trovava a piedi all'aperto, ove non era garantito in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi». Al di là dei tecnicismi, qual è la sua versione dei fatti?
«Sabato mattina sono uscita di casa per far fare due passi al mio fratellone speciale, Nicola, provato dall'isolamento forzato, ma necessario per la pandemia che dura ormai da più di un anno».


Di quali patologie soffre suo fratello?
«Ha un ritardo psicomotorio dovuto a una asfissia al momento della nascita».


Che tragitto ha percorso sabato intorno a mezzogiorno?
«Abitiamo a via Posillipo. Da lì siamo arrivati alla rotonda Diaz perché Nicola aveva chiesto di andare sulla spiaggia per poter respirare quella libertà che il mare ha sempre trasmesso a chi come noi ormai si sente come in galera».


Questo lo ha scritto anche sul suo profilo privato Fb. Ma la Campania è zona rossa, proprio a causa del numero alto di contagi che ancora si registrano quotidianamente.

«Difatti, il luogo era giustamente presidiato dalle forze dell'ordine».


E lei ha desistito a raggiungere la spiaggia.
«Mi sono avvicinata a un agente sul posto per chiedergli, in qualità di convivente e accompagnatrice di una persona speciale, la possibilità di poter far avvicinare Nicola al mare. Anche solo per cinque minuti».


Senza ottenere il permesso.
«A quel punto ho sottolineato che avevo con me il decreto 104 e che volevo essere edotta su quello che la legge mi consentiva di poter fare in modo da poter spiegare il diniego a Nicola e essere pronta io a fronteggiare la sua reazione. È difficile per noi familiari mantenere equilibri psicologici e motori ed è ancora più frustrante dover dare spiegazioni ad una persona che indossa una divisa e che dovrebbe garantire la difesa dei diritti dei più deboli. Credo che l'agente abbia mal interpretato la mia richiesta di chiarimenti».


Lei è anche un praticante avvocato abilitato alla professione forense, ritiene che il suo caso rientri nelle deroghe contenute nel dpcm per le persone affette da disabilità?
«Certamente. Lo si legge nel dpcm Draghi, e basta avere la autocertificazione che attesti lo stato di necessità per motivi di salute».


Quindi, annuncia ricorso?
«Senza dubbio. Contro un provvedimento che considero illegittimo. Ma, appena tornata a casa, ho anche deciso di raccontare la vicenda sui social per non far sentire le persone disabili ancora più invisibili».


Perché rendere pubblica questa storia?
«Spero che questa mia brutta esperienza possa sensibilizzare le coscienze e far capire che le persone speciali e i familiari devono essere aiutati, non ostacolati. Ma il mio vuole essere, nel contempo, un invito a far valere i propri diritti. Mi sono sentita una delinquente, guardavo in lontananza Nicola e speravo non avesse alcuna reazione di spavento, leggevo nel suo sguardo confusione e paura. Se ci penso è ancora forte il turbamento. E poi...».


E poi, cosa?
«Ho fotografato altre persone, almeno un paio, presenti durante la discussione con l'agente. Perché loro hanno avuto accesso al mare e noi no?».


Interpellati dal Mattino, i carabinieri negano abusi. Precisano invece che assieme alle altre forze dell'ordine sono intervenuti i militari del Reggimento Campania, che la discussione è avvenuta mentre erano in corso le operazioni per posizionare le transenne sulla spiaggia proprio per allontanare la folla. Inoltre, non c'è stata alcuna discriminazione nei confronti delle fasce deboli e della persona disabile e, prima della sanzione (non l'unica elevata nella mattinata di sabato), garbatamente e con rispetto più volte si è tentato di chiarire quanto consentito e no dalla legge. I militari sostengono anche che non sarebbe stata mostrata la documentazione della legge 104, che comunque non autorizzava a raggiungere l'arenile. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino