«Noi pentiti del green pass così torniamo a respirare»

«Noi pentiti del green pass così torniamo a respirare»
È boom di vaccinati per il green pass che sta diventando, in molti casi, la motivazione principale di adesione alla campagna anti Covid. A Napoli, sono i numeri a indicare...

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È boom di vaccinati per il green pass che sta diventando, in molti casi, la motivazione principale di adesione alla campagna anti Covid. A Napoli, sono i numeri a indicare un'impennata di richieste di prime dosi, sia negli hub cittadini che nei distretti Asl di quartiere dove aumentano le inoculazioni last minute che riguardano soprattutto lavoratori e giovanissimi. «Dopo lo sprint dei vaccini a settembre per l'apertura delle scuole, con 300 inoculazioni al giorno per cittadini tra i 12 e i 18 anni, ora siamo a quota 200» riferisce Raffaele Iandolo, direttore del distretto Asl 27 Vomero-Arenella che indica una secondo «boom di presenze causato dall'esigenza di ottenere il green pass».

L'UNIVERSITÀ
«Dico si al vaccino perché mi serve il green pass». Lo hanno detto tutti i giovanissimi che hanno ricevuto la loro prima o seconda dose di Pfizer senza nascondere «la motivazione pratica» che li ha spinti a presentarsi ieri al distretto 27 dell'Asl. «Il motivo principale per cui ho deciso di vaccinarmi, è senza dubbio la frequentazione in presenza all'Università che altrimenti mi sarebbe stata preclusa» ha spiegato Brando Fischmann, 18enne iscritto a Economia che ieri ha ricevuto la seconda dose. «Ci sono anche altre limitazioni sociali che pesano come il non poter entrare nei ristoranti o nei cinema ha continuato il maggiorenne - ma sicuramente al primo posto c'è l'accesso all'Università dopo il periodo in cui siamo stati costretti a studiare a distanza». La frequentazione universitaria e di attività di formazione è senz'altro tra le esigenze prioritarie della platea tra i 18 e i 25 anni, spesso impegnati nello sport come Francesco Petraccone, 19enne napoletano iscritto a Scienze Motorie e allenatore di calcio. «Il green pass mi è utile sia per l'università che per svolgere le mie attività calcistiche, sia personali che come allenatore» ha detto Francesco.


IL LAVORO
Più del 50% dei vaccinati last minute hanno un'età inferiore ai 35 anni e necessità del green pass «per esigenze lavorative». «Facciamo le commesse nel quartiere e senza la carta verde, perderemmo il lavoro, questo è l'unico motivo per cui ci stiamo vaccinando» hanno raccontato ieri, quattro amiche poco più che ventenni decise a farsi somministrare la prima dose nei box del distretto Asl al Vomero, approfittando della pausa pranzo da lavoro. «Mi sento stretta con tutte le limitazioni imposte dal green pass senza il quale non si possono fare neanche le cose più semplici che avevamo riconquistato dopo il lock down, come andare in un museo oppure al cinema» ha spiegato Sabrina Iaione, 20enne napoletana che ieri ha ricevuto la prima dose Pfizer. «Ho deciso di vaccinarmi perché lavoro in un bar ma, devo ammettere, che non avrei sopportato tutte le restrizioni che ci sono- ha aggiunto Sabrina - probabilmente per sentirmi più libera l'avrei fatto comunque».

I MINORI


Tra le mura del distretto Asl vomerese, come sta avvenendo in tutti i distretti delle municipalità dove si vaccina senza prenotazione dal lunedì al venerdì, non mancano i minori che conquistano l'immunità accompagnati dai genitori. «Mi alleno tre ore al giorno e la scuola di danza ha richiesto il green pass» ha raccontato Francesco Paolo Boccagna, ballerino da quando aveva 5 anni che ieri, nel giorno del suo dodicesimo compleanno, ha ricevuto la prima dose Pfizer. «Sicuramente ho avuto necessità di vaccinarmi per danzare ma credo fermamente nella campagna vaccinale che ci dà la possibilità di tutelare il nostro corpo e la salute degli altri, soprattutto i più fragili» ha spiegato Paolo, accompagnato dal padre Salvatore ma convinto delle proprie scelte, «ho deciso io di vaccinarmi e consiglio a tutti di farlo, senza farsi abbindolare dai discorsi dei no vax» ha concluso il dodicenne.
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Il Mattino