Campania, gli introvabili del vaccino: 44mila ultraottantenni senza dose

Campania, gli introvabili del vaccino: 44mila ultraottantenni senza dose
La campagna vaccinale della Campania corre a buon ritmo e procede in molte direzioni: cinquantenni, sessantenni, settantenni, abitanti delle isole, categorie produttive....

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La campagna vaccinale della Campania corre a buon ritmo e procede in molte direzioni: cinquantenni, sessantenni, settantenni, abitanti delle isole, categorie produttive. C’è il forte rischio però di lasciare indietro i più fragili di tutti: decine di migliaia di ultra ottantenni mai raggiunti dalla campagna vaccinale. Gli introvabili. 

Per il presidente Vincenzo De Luca sembra che il problema non esista e che anzi la campagna per gli over 80 sia terminata, chiusa. «La prima dose è stata somministrata al 100% degli aderenti in piattaforma. L’adesione alle vaccinazioni è assolutamente volontaria. Pertanto, l’informazione corretta relativa alla percentuale degli ultra 80enni, ultra 70enni e ultra 60enni vaccinati, non può che essere quella relativa a chi ha accettato di fare la vaccinazione, non alla percentuale Istat di popolazione». Uno strano modo di ragionare per chi ha la responsabilità della sanità: è vero che non c’è l’obbligo di vaccinarsi, ma se ad Avellino ha aderito il 98% degli over 80 e a Napoli il 78% forse il problema degli introvabili c’è e non è legato al libero arbitrio del cittadino, bensì a carenza di informazione. 

All’Asl di Avellino, in effetti, la direttrice generale Maria Morgante ha messo in piedi una rete con sindaci e Protezione civile per raggiungere gli ultra 80enni, utilizzando i canali tradizionali, come la classica telefonata. In particolare il sindaco di Montoro, Girolamo Giaquinto ha completato l’immunizzazione dei suoi 760 residenti più avanti in età, grazie a un pool di assistenza per l’iscrizione al sito regionale che consente di prenotare la vaccinazione. Tirate le somme, in Irpinia il 90% dei vecchietti si è iscritto alla piattaforma e quindi ha ricevuto almeno la prima dose, se non entrambe. Non sono molto dietro le Asl di Benevento e di Salerno, rispettivamente con un tasso di adesioni dell’89 e dell’88%. Valori che possono migliorare, visto che nei capoluoghi salgono al 95% nella città sannita e al 93% della seconda città della Campania. I problemi emergono nelle tre Asl di Napoli (in particolare in quella cittadina) e in quella di Caserta (ma non nel capoluogo, che ha un lusinghiero 93%).

Ricostruire i dati, però, non è semplice proprio perché il flusso informativo prodotto dalla Regione non tiene conto della popolazione di riferimento, peraltro in clamorosa contraddizione con la battaglia per ottenere i vaccini in base al principio “una testa, un vaccino” (cosa diversa da “una adesione alla piattaforma, un vaccino”). Navigando tra le diverse fonti ufficiali, ecco cosa è possibile ricostruire. La Campania ha comunicato al commissario per l’emergenza Covid una popolazione over 80 di 304.317 persone. Lo ha fatto senza barare, ricopiando il dato Istat aggiornato al primo gennaio 2020, cioè prima che scoppiasse l’epidemia. Nel frattempo però l’Istat ha aggiornato la rilevazione al primo gennaio 2021. Molte persone in quella fascia d’età sono decedute, ma altre sono passate da 79 a 80 anni e il saldo è positivo per cui la popolazione di riferimento in Campania è aumentata a 310.447. Le vaccinazioni sono iniziate a fine gennaio, per cui avrebbero dovuto coinvolgere prioritariamente i 310mila vecchietti mentre alla piattaforma si sono iscritti soltanto in 253.506. Mancano all’appello oltre 63mila persone, una su cinque, ma il deficit è almeno in parte illusorio: un ottantenne infatti aveva diritto alla vaccinazione prioritaria per età, ma anche perché appartenente a una categoria fragile oppure ospite di una residenza per anziani. Contando anche tali categorie, l’adesione sale a 265.775, valore che comunque lascia fuori oltre 44mila vecchietti. Tutti no vax? Non è credibile. Anche perché la loro distribuzione sul territorio è talmente disomogenea da far pensare più a difetti organizzativi che a una effettiva volontà di sfidare a mani nude il coronavirus. Risulta anche un problema per fasce di età perché oltre alla (prevedibile) latitanza di chi ha intorno ai 100 anni, sorprende la mancata adesione di chi ha appena compiuto 80 anni, con il 27% di non rintracciati.

Tra i grandi comuni della Campania, il caso più clamoroso è Afragola. Secondo l’Istat nella città a Nord di Napoli sono residenti 1.886 over 80 ma quasi uno su tre (il 29%) non è stato raggiunto dalla campagna vaccinale. Quanti di quei 552 anziani non iscritti alla piattaforma lo hanno fatto di propria volontà? Quanti sanno dell’opportunità di vaccinarsi gratis e in sicurezza? Il ritardo più clamoroso, però, riguarda proprio Napoli, servita dalla Asl Napoli 1 (il cui territorio comprende la città e i due comuni dell’isola di Capri). La popolazione-obiettivo al primo gennaio 2021 è di 53.261 persone, mentre quelle iscritte in piattaforma (tra categoria over 80 e altre categorie fragili) arriva a 41.450 con i dati aggiornati alle 13:02 di ieri. Ci sono quasi 12mila vecchietti invisibili per la campagna vaccinale, introvabili. Ma chi è andato a cercarli? I medici di base? I servizi sociali? La Protezione civile? L’Asl ha fornito il loro elenco al sindaco e all’amministrazione comunale?  Al ritmo attuale dei contagi, in Campania ogni settimana si infettano 200 persone ogni 100.000 vale a dire 90 vecchietti sulla platea di non vaccinati, di cui uno su dieci destinato a morire prima del dovuto, nel giro di due settimane dall’insorgere dei sintomi.  

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Il Mattino