Gli Stir sono stracolmi e lo svuotamento di quegli stabilimenti è legato a bandi di gara ancora in corso; il termovalorizzatore di Acerra si avvia verso i giorni della...
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Iacotucci spiega, in una breve ma accorata lettera inviata al sindaco de Magistris e al suo vice Del Giudice che è anche assessore all'ambiente, che bisogna provvedere alla soluzione «al fine di evitare problematiche di carattere igienico-sanitarie nel territorio della città di Napoli». Non ci sarebbe nemmeno bisogno di tradurre le parole ben chiare di Iacotucci: se non si provvede per tempo, la città rischia di ritrovarsi sommersa un'altra volta dai cumuli di immondizia. E siccome nessuno ha voglia di ritornare nella melma dell'emergenza rifiuti che devasta le vite dei cittadini e l'immagine della città, la soluzione è stata trovata immediatamente.
Ecco, per definitiva chiarezza spieghiamo che l'emergenza attuale non è quella delle montagne di pattume lungo le strade, lo vedete tutti, cari lettori, che non siamo a quel punto: si tratta della fase che precede quel momento. Insomma è un allarme che serve ad evitare di finire nuovamente nel baratro, quindi è un sos estremamente importante.
In tempo reale rispetto alla nota ricevuta da parte dell'amministratore di Asia, il Comune s'è messo in movimento. Ha varato un nuovo provvedimento che consente di continuare a travolgere di immondizia l'area dell'ex fabbrica Icm nella zona dei silos dei carburanti a Barra, via delle Brecce. Quel sito è in gestione ad Asia da tempo immemorabile. Una decina d'anni fa è stato rimesso in sesto e liberato dalle montagne di pattume. Fino allo scorso aprile, quando è scoppiata la prima emergenza: 30 compattatori colmi di rifiuti fermi nei depositi e 21 in coda davanti agli Stir nella speranza (vana) di poter sversare il loro contenuto, mentre i cumuli iniziavano a germogliare in città.
Immediata la reazione dell'Amministrazione comunale: venne riaperta l'area di via delle Brecce dove, per soli sessanta giorni, sarebbe stato possibile svuotare i camion della spazzatura. I sessanta giorni passarono in fretta: a giugno l'Asìa era pronta a liberare l'ex Icm di Barra che aveva raggiunto le 600 tonnellate di lerciume ma si ritrovò di fronte al muro degli Stir ancora stracolmi e del guasto a una delle linee del termovalorizzatore di Acerra. Impossibile svuotare: arrivò una nuova ordinanza del sindaco per mantenere l'immondizia in città per altri 90 giorni.
E s'arriva ai giorni d'oggi. Le difficoltà permangono, la montagna di spazzatura è lievitata fino a 1.300 tonnellate ma bisogna continuare a portare l'immondizia alla ex Icm.
Nell'ultima ordinanza il periodo di accatastamento della spazzatura viene allungato di altri 4 mesi, 120 giorni. Significa che almeno fino a gennaio del 2019 sarà possibile sversare a Barra. Quel tempo così lungo viene determinato in via prudenziale, scrive Raffaele Del giudice che firma il documento per il sindaco «sempre per la salvaguardia della salute pubblica». Insomma, l'obiettivo è proteggere i napoletani dall'aggressione dell'immondizia, ma quando terminerà lo spazio a Barra cosa accadrà? Da sei mesi si va avanti prorogando l'ordinanza di conferimento in città e alla fine della prossima scadenza il tempo sarà stato di dieci mesi. Troppo per non avere una soluzione già pronta per l'immondizia di Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino