Un videoclip lanciato on line appena due giorni fa, che è già diventato virale sui social network e sta commuovendo il popolo della Rete. È “Piove sulla...
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Per questo quella mattina la loro auto si era ritrovata sul viadotto genovese, che aveva ceduto di schianto, uccidendo i quattro amici e altre 39 persone. Ora, a otto mesi di distanza, Laura Battiloro ha voluto dar voce al dolore suo, di tutta la famiglia e dei congiunti di tutte le vittime di quella tragedia, con una canzone struggente e malinconica. Un brano, scritto insieme a William Gennaro Iovino, che racconta l’amore di due giovani fratelli e lo strazio della perdita di uno di loro, la difficoltà per l’altra di andare avanti, soffrendone la mancanza. E il videoclip si chiude con le immagini girate proprio da Giovanni col suo smartphone all’interno dell’auto poco prima che si consumasse la disgrazia.
«Custodisci come tesoro prezioso i sorrisi sinceri che ci siamo scambiati, raccogli i nostri baci e i nostri abbracci affinché non vadano mai perduti – scrive Laura in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook –. L'amore incondizionato è un sentimento raro, quello che noi abbiamo vissuto conoscendo la purezza dei nostri cuori nella gioia d'esistere insieme». E conclude: «Ti ritroverò ogni giorno nei miei stessi occhi, nella mia stessa voce, nella mia stessa anima, amore mio infinito».
“Piove sulla mia anima” è stata prodotta da Felice Iovino e Roberto Battiloro, padre di Giovanni e Laura ed ex giornalista Rai, che fin dai giorni immediatamente successivi alla tragedia del ponte Morandi si spende per ottenere verità e giustizia in favore delle vittime. Anche lui ha commentato su Facebook l’uscita della canzone: «Otto mesi nei quali abbiamo tenuto nel cuore la tua voce e il nostro essere complici di questo inno al bene assoluto – scrive l’uomo, rivolgendosi alla figlia –. Lo canti come solo tu puoi, mettendo nell'amore di un’armonia tutto il dolore di una perdita che ci ha squartato la vita». E aggiunge: «Non saremo mai più soli senza di lui, Giovanni è in ogni nostro dire, nei giorni e nelle mancanze, in ciò che ci ha insegnato e nel dolore di quest’assenza che a tratti ci annienta. Giovanni è nella tua voce e nel nostro suonare l'amore per lui e i suoi amati amici». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino