Una percentuale media di uscite dei bus della Ctp del 55 per cento nel 2017, che nei primi mesi di quest’anno si è attestata fra il 64% e il 78%. Nelle ultime...
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Già, cos’è successo? Il nodo essenziale è la condizione di scarsa liquidità dell’azienda. «Nella giornata di ieri tutti i lavoratori hanno percepito gli stipendi, e stamattina saranno in distribuzione tre mensilità di buono pasto arretrate», spiega Pierino Ferraiuolo, segretario regionale Uil Trasporti: «Ci risulta che le vetture ferme per guasto saranno riparate e messe in esercizio per garantire la regolarità del servizio. Auspichiamo che un ritardo simile per il pagamento degli stipendi, parliamo di oltre 20 giorni, sia stato solamente un evento isolato. È indispensabile un intervento economico straordinario per consentire alla società di uscire definitivamente dalla crisi. Parallelamente nei tavoli aziendali si dovranno individuare tutte le soluzioni affinché Ctp aumenti i propri introiti, facendo leva sulle attività di vendita e verifica dei titoli di viaggio». La Ctp ha 395 vetture per 87 autolinee di cui una filoviaria e serve ben 72 comuni, 45 della provincia di Napoli e 27 di quella di Caserta, capoluoghi compresi. Ha uno sviluppo di rete di 2.261 chilometri e serve un’area di 850 chilometri quadrati, con un bacino di utenza di un milione e 700mila abitanti; una media di oltre 21 milioni di passeggeri all’anno trasportati e circa 8 milioni di chilometri percorsi. La punta massima di uscita giornaliera è di 196 autobus. Che negli ultimi giorni non si sono visti: molte le segnalazioni e le proteste degli utenti soprattutto dei comuni a nord di Napoli come Giugliano, Marano, Qualiano, Villaricca e Pozzuoli. Per loro attese snervanti alle fermate e ritardi accumulati per raggiungere il lavoro o la scuola.
Che le difficoltà siano serie lo dimostra anche la durata dell’incontro che ieri hanno avuto in Città Metropolitana, l’ente proprietario dell’azienda, i vertici della Ctp, guidati dall’amministratore unico Gianluca Iazeolla. Una riunione fiume con il delegato ai trasporti di Città Metropolitana, Giuseppe Cirillo, servita a affrontare le questioni più urgenti e avviare una panoramica di medio periodo. Ma i sindacati restano critici. «Il ritardo del pagamento - dice Eduardo Longito di Ugl - è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Chiediamo per l’ennesima volta come l’ex Provincia intende procedere per la continuità aziendale. I lavoratori avanzano ancora i buoni pasto, i pensionati avanzano ancora il trattamento di fine rapporto, vengono regolarmente trattenute quote in buste paga, ma non versate, per esempio alle finanziarie per il quinto dello stipendio. I creditori minacciano decreti ingiuntivi. La manutenzione oramai è un miraggio, di fatti l’azienda non riesce a erogare il servizio. Questo - denuncia il sindacalista - è lo stato comatoso in cui versa la società».
Il futuro che è tutto incentrato sull’indicizzazione del costo a chilometro, fermo al 2003: su questo Ctp ha aperto un contenzioso con la Città Metropolitana. Dall’adeguamento di questi parametri, e soprattutto dalla regolarizzazione delle posizioni previdenziali (il Durc, documento di regolarità contributiva, è stato inviato dall’Inps soltanto ieri) dipende la possibilità di partecipare alla gara regionale per l’assegnazione delle linee fissata per il 21 giugno. «Il clima di sconforto tangibile che oggi viviamo non è solo per ottenere lo stipendio ma anche per garantire un decente servizio di trasporto - commenta il segretario provinciale della Faisa-Cisal, Costantino Cucciniello - dell’area metropolitana e dello stesso comune di Napoli non siamo più disposti a sacrificare la nostra dignità senza dimenticare la sicurezza sul lavoro. Chiediamo risposte inequivocabili e non solo promesse». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino