Cuma, la necropoli romana abbandonata tra i rifiuti

Cuma, rifiuti e abbandono nella necropoli romana
«A Cuma le ceneri sono raccolte in vasi di bronzo collocati in tombe» così scriveva, sottolineando la particolare ricchezza delle inumazioni cumane, nel...

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«A Cuma le ceneri sono raccolte in vasi di bronzo collocati in tombe» così scriveva, sottolineando la particolare ricchezza delle inumazioni cumane, nel 1878, il cavaliere Emilio Stevens, soprannominato lo scavatore di Cuma quando, dopo un'attenta programmazione e con un notevole dispendio di  mezzi finanziari provenienti dal patrimonio di famiglia, cominciò ad interessarsi di scavi archeologici in maniera scientifica nei Campi Flegrei.


A distanza di tempo i resti archeologici di quelle antiche tombe, scoperte anche dallo Stevens, ricadenti in un’area esterna al parco archeologico, giacciono abbandonati e oltraggiate da spazzatura e rifiuti.
 
Si tratta dell'area archeologica, che costeggia via Licola Cuma, dove ricadono alcuni tra i più importanti mausolei funerari dell’antica Cuma. La tomba a Tholos di epoca sannitica, a pianta circolare con cupola su tamburo, protetta da una cancellata ma non dalla vegetazione spontanea, e ancora i resti di un particolare  mausoleo d’epoca romana, a cella rettangolare sormontato da una costruzione poligonale, di cui si osserva soltanto la sommità, denominato Mausoleo delle Teste Cerate per la scoperta al suo interno dei corpi di un uomo e di una donna seppelliti con la testa tagliata e sostituita da maschere in cera, oggi in compagnia di sacchetti della spazzatura e rifiuti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino