La Campania è al settimo posto in Italia per presenze turistiche, con circa 18 milioni di turisti, ma è all'undicesimo posto per numero di esercizi turistici. È uno dei...
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La banca punta anche sul Mezzogiorno e sulla Campania in particolare con il nuovo strumento finanziario che, su un totale di due miliardi per l'intero Paese, mette sul piatto 160 milioni per il Sud e 75 per la Campania nel prossimo triennio. Credito alle imprese per lo sviluppo di un settore che, spiega Felice Delle Femmine, regional manager sud di Unicredit, «rappresenta un potenziale ancora enorme, soprattutto per il Sud e la Campania che sono al primo posto per reputazione e per siti patrimonio dell'Unesco al quinti per arrivio internazionali: questo gap fa capire che c'e' un potenziale enorme».
Un potenziale che, spiega Costanzo Iaccarino, presidente di Federalberghi Campania, si può sviluppare «intercettando i nuovi flussi e rafforzando l'immagine dell'Italia che in questo comparto è ferma, mente il numero di turisti nel mondo continua ad aumentare». E infatti dal Rapporto presentato oggi emerge che i più forti mercati esteri di provenienza dei turisti in Campania sono Gran Bretagna (16,9% degli arrivi), Germania (15%) e Usa (10,4%). «L'Italia - conferma il presidente dell'Unione Industriali di Napoli Ambrogio Prezioso - e' in calo: eravamo al 5,8% del turismo mondiale e ora siamo al 3,2%, perché non abbiamo intercettato i nuovi flussi: il ministro Franceschini ha parlato di 400-500 milioni di turisti cinesi che andranno all'estero. In questi numeri c'e' la possibilità del bel paese di risalire la china». Per farlo, sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Napoli, Maurizio Maddaloni, è necessario «mettere insieme i vari players, a cominciare da quelli istituzionali che e' bene che si convincano in maniera concreta e non solo a parole dell'importanza decisiva che ha il turismo nel sistema economico». E infatti da Federalberghi arriva un allarme: «manca - dice Iaccarino - una politica vera del turismo a livello nazionale. Le Regioni hanno un ruolo ma l'eccessiva parcellizzazione non funziona. In più la lentezza della burocrazia provoca una sofferenza sui servizi: il turismo viaggia a una certa velocità', il settore pubblico va molto più piano e questo divario non permette agli operatori di dare le risposte nei tempi che il mondo del turismo pretende».
Anche Delle Femmine sottolinea la necessità di una «cabina di regia unica a livello nazionale - dice - perché responsabilità turismo frammentate da competenze regionali tornare a competenze governative».
Il Mattino