Ragazzo ucciso a Napoli, parla il latitante: «Non ero con Davide»

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«Quella sera non ero sul motorino con Davide Bifolco. Non c'ero, lo volete capire o no?». Lo afferma al Fatto quotidiano Arturo Equabile, il latitante che i carabinieri cercavano nelle strade di viale Traiano tra venerdì e sabato quando è stato ucciso il diciassettenne Davide Bifolco.



«Un'ora prima del fatto - racconta Equabile - sono venuti i carabinieri nella casa dove stavo. Erano con le pistole in pugno e gridavano apri, bastardo. Ho avuto paura e sono scappato in un'altra casa. Dopo tre quarti d'ora ho saputo che in un'altra parte del quartiere c'era stata la sparatoria». «Sono latitante per un furto che non ho commesso».



Equabile afferma di non aver commesso alcun reato, «sono imputato perchè delle persone avevano delle microspie in auto e parlavano di un furto e di un certo Arturo, ma quello non ero io». «Qualcuno diceva - continua - che se mi prendevano i carabinieri mi ammazzavano. E io mi chiedo perchè hanno ammazzato Davide? Al posto suo potevo esserci io». «Giuro che lo farò» dice quindi Equabile in risposta a chi gli ha chiesto di costituirsi, «aspetto solo che il mio avvocato mi porti il fascicolo. Mi costituirò per dire la verità sulla morte di Davide, ma i carabinieri devono arrestarmi, non spararmi. Ho paura, voglio che nessuno mi faccia del male, non voglio fare la fine di Cucchi».
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Il Mattino