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Il proiettile è entrato dal petto ed è uscito dalla schiena: è quanto evidenziato dall'autopsia sul cadavere del 17enne Davide Bifolco ucciso da un colpo di pistola esploso da un carabiniere.
Davide, quindi, è stato colpito frontalmente. «Il foro di entrata è anteriore mentre il foro di uscita è posteriore» con direzione «trasversale», ha riferito l'avvocato. La linea «quasi orizzontale» percorsa dal proiettile, ha detto ai cronisti l'avvocato, «è compatibile con quanto abbiamo appreso da testimoni». Il legale ha anche spiegato che al momento c'è «un sostanziale accordo tra i periti».
L'autopsia è iniziata intorno alle 13 sulla salma di Davide Bifolco. A eseguire l'esame autoptico è il dottor Massimo Esposito, medico legale, nell'Istituto di Medicina legale dell'Università Federico II presso il Secondo Policlinico. All'esterno dell'edificio sono presenti il padre e la madre del giovane, oltre a parenti e amici. Prima dell'autopsia sono stati eseguiti la tac e un prelievo cutaneo, esami richiesti dai legali della famiglia Bifolco.
Dai primi riscontri dell'autopsia sulla salma di Davide Bifolco «non ci sono elementi che smentiscano la ricostruzione data dal mio assistito». A dirlo è Salvatore Pane, avvocato che difende il carabiniere dalla cui pistola è partito il colpo che ha ucciso il 17enne nella notte tra il 4 e il 5 settembre a Napoli. Il fatto che il colpo sia frontale «conforta la nostra ricostruzione e smentisce qualche testimonianza frettolosa. È l'ulteriore conferma che erano stare fatte speculazioni e che il colpo non è stato esploso mentre scappava, ma è partito in maniera accidentale».
Il carabiniere, aggiunge il suo legale, «è inciampato sul marciapiede trascinato dal guidatore dello scooter. Non ci sono al momento elementi che smentiscano la ricostruzione fatta dal mio assistito». Leggi l'articolo completo su
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