«Nella sanità campana conti a posto e griglia Lea rispettata»

«Nella sanità campana conti a posto e griglia Lea rispettata»
«Abbiamo compiuto una prima rivoluzione nella Sanità, chiudendo gli ultimi cinque bilanci sanitari in attivo e passando nella griglia dei Lea da 105 punti, ultimi in...

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«Abbiamo compiuto una prima rivoluzione nella Sanità, chiudendo gli ultimi cinque bilanci sanitari in attivo e passando nella griglia dei Lea da 105 punti, ultimi in Italia, a 163. Sfido qualunque ministro, che sia quello della Salute, dell'Economia o anche il presidente del Consiglio a rimettere le mani sulla sanità campana».


Così il presidente della Campania Vincenzo De Luca all'azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta. «Non c'è nessuna ragione oggettiva - ha proseguito - perché la Campania sia ancora sottoposta ad un piano di rientro dal debito sanitario; l'unica motivazione è di puro squadrismo politico». De Luca attacca ancora il ministero della Salute sul piano ospedaliero campano, su cui non c'è ancora l'ok di Roma. «Dal Ministero mi hanno detto che devo tagliare 40 strutture complesse, è bene che lo sappiate» aggiunge il Governatore parlando alla platea di medici, infermieri e personale amministrativo riuniti nell'aula magna della direzione generale dell'ospedale di Caserta; De Luca parla poi del piano dell'edilizia ospedaliera, per cui nell'aprile 2018 la Regione ha presentato richieste di finanziamento al ministero per oltre un miliardo di euro.

«Quel piano - dice De Luca - è ancora lì, ma intanto accade che vi siano incidenti al San Giovanni Bosco, dove per decenni non si è fatta manutenzione, o agli Incurabili, dove la struttura è vecchia di 500 anni». «Ora bisogna partire con la seconda fase della rivoluzione sanitaria, ovvero realizzare la medicina territoriale, potenziare i distretti, e lo stiamo facendo con la creazione della rete oncologica, di cui entra a far parte a pieno titolo anche Caserta, la rete dell'infarto del miocardio; presto - conclude - arriveranno la rete materno-infantile e quella del politrauma». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino